Gli Orti Giulii
Leggere, guardare, firmare.
Frase del giorno: ".................................................."
In stereo: Justin Timberlake - My Love
L'onda che spazia su ogni frequenza, sintonizzandosi ad ogni livello, captando qualsiasi segnale.
Leggere, guardare, firmare.
Frase del giorno: ".................................................."
In stereo: Justin Timberlake - My Love
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 17.12.06 1 commenti
Vi ricordate Premio VIP???
Bene, perché ho scoperto proprio oggi che questa travolgente divertenteria è accolta da molti internuati.
C'è chi confronta i VIPS con i VIPS e chi abbina gente comune a VIPS.
Buon 8 Dicembre.
Frase del giorno: "Ogni tanto tira fuori delle chicche allucinanti."
In stereo: Method Man - Step By Step
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 8.12.06 0 commenti
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 5.12.06 0 commenti
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 19.11.06 1 commenti
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 5.11.06 2 commenti
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 1.11.06 6 commenti
1. Per sbaglio inserisci la password nel microonde.
2. Sono anni che non giochi a solitario con carte vere.
3. Ha i una lista di 15 numeri di telefono per contattare i tuoi 5 familiari.
4. Mandi e-mail alla persona che lavora al tavolo accanto al tuo.
5. Il motivo per cui non ti tieni in contatto con i tuoi amici e familiari è che non hanno indirizzi e-mail.
6. Rimani in macchina e col cellulare chiami a casa per vedere se c'è qualcuno che ti aiuta a portare dentro la spesa.
7. Ogni spot in tv ha un sito web scritto in un angolo dello schermo.
8. Uscire di casa senza cellulare, cosa che hai tranquillamente fatto per i primi 20, 30 (o 60) anni della tua vita, ora ti crea il panico e ti fa tornare indietro per prenderlo anche se stai a meta strada in mezzo al traffico.
10. Ti alzi al mattino e ti metti al computer ancora prima di prendere il caffè.
11. Cominci ad arrovellarti il cervello alla ricerca di modi per sorridere. : ) :o) :->
12. Mentre leggi tutto questo ridi e fai Sì con la testa.
13. Sei troppo occupato per accorgerti che su questa lista manca il punto 9.
15. E ora sei tornato indietro per vedere se davvero manca il punto 9...e non ti sei accorto che manca anche il punto 14.
E ORA STAI RIDENDO DA SOLO....
Frase del giorno: "Il vero sballo è dire: Hey ma quella è la sirena della polizia!!"
In stereo: Kelis f. Andre 3000 - Millionaire
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 3.10.06 1 commenti
La Triennale di Milano e Chrysler presentano la mostra ‘The Jean-Michel Basquiat Show’.
La mostra più completa mai realizzata in Europa sul grande artista americano.
La Triennale di Milano 20 settembre 2006 - 28 gennaio 2007.
Dopo il grande successo ottenuto con ‘The Keith Haring Show’ e ‘The Andy Warhol Show’, La Triennale di Milano e Chrysler tornano a presentare una grande mostra di arte contemporanea.
Quest’anno l’appuntamento si rinnova con ‘The Jean-Michel Basquiat Show’ (New York 1960-1988), dal 20 settembre 2006 al 28 gennaio 2007.
A cura di Gianni Mercurio, ‘The Jean-Michel Basquiat Show’ si qualifica come una delle più vaste retrospettive sinora dedicate al grande artista americano, certamente la più importante mai realizzata in Europa; comprende circa ottanta dipinti e quaranta disegni.
Una vasta documentazione fotografica e una sezione video, con molti materiali inediti, documenteranno il lavoro dell’artista e il contesto in cui è nata e si è sviluppata la sua arte: la New York degli anni Ottanta.
Le opere selezionate provengono da prestigiose collezioni private americane ed europee e da numerosi musei e istituzioni pubbliche quali: Ludwig Forum di Aachen, Museu d’Art Contemporanei de Barcelona, Musée d’Art Contemporain Marseille, Museum der Moderne Kunst Salzburg, Israel Museum of Jerusalem, Museum of Contemporary Art di Los Angeles, Broad Art Foundation di Santa Monica.
Protagonista emblematico della scena newyorchese degli anni ’80, Basquiat è uno degli artisti più popolari dei nostri tempi.
Ancora oggi, a quasi venti anni dalla morte, avvenuta quando non era ancora ventottenne nell’agosto del 1988, i suoi lavori e il suo linguaggio continuano ad affascinare il pubblico di tutto il mondo.
L’attività artistica di Basquiat prende forma nell’arco di una sola decade, dal 1978 al 1988.
In questo breve periodo la sua febbrile attività lo ha portato a produrre una vasta mole di opere sempre caratterizzate da un segno che lo ha reso uno dei grandi testimoni della sua epoca.
Le opere saranno esposte secondo un percorso che consentirà l’approfondimento di alcune delle tematiche care all’artista tra cui: l’uso ricorrente della parola sin dalla sua attività come graffitista ‘sui generis’, quando firmava SAMO i suoi aforismi e le sue brevi poesie sui muri di Downtown e per cui il suo lavoro è stato accostato dalla critica all’arte di Cy Twombly; il forte legame con il mondo della musica; le sue radici afroamericane; la costante ricerca di un’identità nei numerosi autoritratti che svelano fragilità e ambizioni, il desiderio di riconoscimento e la fama travolgente; la scena artistica degli anni ’80 e la profonda amicizia con Andy Warhol.
L’allestimento delle opere consentirà ai visitatori della mostra di entrare a far parte di un mondo che oscilla tra infanzia e perdita dell’innocenza, di godere dello slancio vitale che anima il gesto e l’uso del colore, e di comprendere al tempo stesso l’orrore e la sofferenza contenuti nei segni, nelle parole e nelle forme che implodono provocando deflagrazioni e autodistruzione. Tutto ciò attraverso i materiali poveri che Basquiat utilizza fin dalle prime esperienze di street art e che inserisce nelle sue opere ispirandosi al polimaterismo di Dubuffet, stabilendo un legame profondo con il mondo della strada, un ponte tra quella vita da ‘refusè’ che lui, giovane nero di estrazione borghese, aveva deliberatamente cercato, e la nuova dimensione di agio e fama cui la sua arte e le leggi del mercato dell’arte lo hanno condotto.
All’interno del percorso espositivo è previsto l’allestimento di una sezione fotografica con contributi di alcuni dei più famosi fotografi che hanno documentato la vita e il lavoro di Basquiat, tra cui: Tseng Kwong Chi, Edo Bertoglio, Maripol, Stephen Torton, Lizze Himmel e altri.
Inoltre, per rendere partecipi i visitatori del background culturale che ha caratterizzato la creatività dell’artista, Chrysler ha prodotto anche quest’anno un filmato (ricordiamo ‘Keith Haring AllOver, un viaggio con Chrysler’ dello scorso anno, un viaggio alla scoperta dei murales e delle opere pubbliche di Haring in tutto il mondo).
Questo sarà proiettato su grandi schermi nel salone centrale della mostra all’interno di una spettacolare ‘Chrysler Box’; il filmato racconterà le radici afroamericane e l’influenza che hanno esercitato su Basquiat i miti della ‘black culture’, dalla musica allo sport alle tematiche sociali, da Charlie Parker a Miles Davis, da Cassius Clay a Sugar Ray Robinson, da Malcom X a Martin Luther King.
La Chrysler Box vivrà a Milano anche attraverso un’installazione itinerante nelle piazze della città durante il periodo della mostra.
Evento speciale sarà la proiezione del film ‘Downtown ‘81’, prodotto da Maripol e diretto da Edo Bertoglio in cui Basquiat interpreta se stesso e di cui ha prodotto le musiche.
Il film racconta la giornata di un artista underground newyorchese, documentando l’effervescenza culturale e creativa della New York degli anni ’80.
In occasione della mostra, Skira edizioni pubblicherà un catalogo con testi in lingua italiana ed inglese, a cura di Gianni Mercurio.
Il volume conterrà saggi del curatore, di Glenn O’Brien, giornalista ed esperto della scena artistica musicale degli Anni Ottanta, di Annette Lagler, curatrice del Ludwig Forum di Aachen e di Demetrio Paparoni, critico d’arte e scrittore e sarà corredato da una serie di contributi e testimonianze di amici e personaggi (Madonna e Keith Haring tra gli altri).
Gianni Mercurio, curatore e saggista, vive e lavora a Roma.
Tra le sue mostre in spazi museali sui temi dell’arte americana: Andy Warhol, Viaggio in Italia (Roma, Napoli, Genova, Torino 1995/1996), Roy Lichtenstein, Reflections (Roma, Milano, Wolfsburg Kunstmuseum 1999/2000), Keith Haring (Pisa, Roma, Helsinki, Aachen-Ludwig Forum, Catania 1999/2001), Jean-Michel Basquiat (Roma, 2002), George Segal (Roma, 2002), rassegne sui Graffitisti (American Graffiti - Napoli, Roma, 1997/1998) e gli Iperrealisti (Roma, 2003).
Per La Triennale ha curato nel 2004 ‘The Andy Warhol Show’ e nel 2005 ‘The Keith Haring Show’.
È curatore degli eventi del Museo Carlo Bilotti a Roma per il quale ha realizzato la mostra inaugurale ‘Damien Hirst, David Salle, Jenny Saville’ (2006).
La Triennale di Milano con questo terzo appuntamento conferma e rinnova la sua missione nei confronti dell’arte contemporanea alla quale dedicherà un nuovo spazio a Milano con l’apertura di Triennale Bovisa.
Beautiful Losers, il Diavolo del Focolare, Nanda Vigo e Fumetto International sono le mostre che nel 2006 hanno indagato i nuovi linguaggi dell’arte contemporanea e la sua ibridazione con le discipline storicamente affrontate da Triennale e hanno confermato l’attenzione non solo dei visitatori tradizionali, ma anche l’interesse dei moltissimi giovani che frequentano in modo assiduo le iniziative di Triennale.
Chrysler, promotore e organizzatore della mostra con La Triennale, ha prodotto ‘The Jean-Michel Basquiat Show’, portando avanti il suo impegno pluriennale nell’arte contemporanea iniziato con ‘Iperrealisti’ (Roma 2003), proseguito col grande successo di ‘The Andy Warhol Show’ (Milano 2004) con più di 151.000 visitatori e consolidato con ‘The Keith Haring Show’ (Milano 2005), che ha visto la presenza di oltre 121.000 visitatori.
Il claim ‘L’auto contemporanea presenta l’arte contemporanea’ trova così una sua continuità temporale e contenutistica, rafforzato dalla partnership vincente con La Triennale nella produzione di grandi eventi culturali a Milano.
“Quattro anni fa, con la mostra ‘Iperrealisti’, abbiamo intrapreso un viaggio in un mondo mai esplorato così a fondo da una casa automobilistica, nel ruolo di ideatore, promotore e produttore di grandi mostre d’arte.
Abbiamo voluto esprimere i valori propri del brand Chrysler attraverso l’arte contemporanea: emozione, ispirazione e innovazione creativa.
Il nostro impegno in questo settore si rinnova quest’anno con la mostra ‘The Jean-Michel Basquiat Show’, che pone l’accento sulle origini della sua arte” ha affermato Federico Goretti, Direttore Generale Chrysler Group, DaimlerChrysler Italia.
“È emozionante vedere le opere di Basquiat.
Un’opera piena di ricerca, mai scontata.
Un modo di sentire molto vicino a Chrysler, al suo stile unico e non convenzionale”.
La mostra verrà realizzata con il patrocinio del Consiglio Regionale della Lombardia.
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 28.9.06 0 commenti
Un'eccezionale inchiesta proposta e finanziata da Jimmy Walter, uno straordinario individuo che ha dato il suo tempo, le sue ricerche e i SUOI SOLDI per lavorare in una positiva e significativa causa: rimettere in discussione tutto quello che si sapeva, o si pensava di sapere, sui tragici eventi dell'11 settembre 2001. Questo coraggioso documentario, finalmente sottotitolato in italiano, getta una nuova luce sui drammatici eventi che sono seguiti a quel drammatico giorno e pone nuove ma evidenti domande a cui le fonti ufficiali e i media non hanno mai prestato troppa attenzione.
Gli ospiti in studio, giornalisti, scrittori, politici e scienziati, utilizzando varie fonti, tra cui documenti e materiale audiovisivo, demoliscono la versione ufficiale dell'11 settembre 2001 e suscita seri interrogativi sulla corretta gestione delle informazioni da parte dei mass-media, sul coinvolgimento dei veri responsabili, sulla copertura operata dal governo americano nonché sugli attuali sviluppi geostrategici a livello globale. Questo video non da risposte, vuole porre soltanto domande, vuole far capire quante siano state le mancanze e quanto la commissione di inchiesta 9/11 sia stata una ignobile sceneggiata.
I quesiti che porrà questo video, si spera, saranno gli stessi che faranno riaprire le indagini su quel terribile giorno. Diffondi ciò che apprenderai e dai il tuo contributo per risvegliare le menti e la critica della gente.
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 25.9.06 0 commenti
Il giorno più bello? Oggi
L'ostacolo più grande? La paura
La cosa più facile? Sbagliarsi
L'errore più grande? Rinunciare
La radice di tutti i mail? L'egoismo
La distrazione migliore? Il lavoro
La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento
I migliori professionisti? I bambini
Il primo bisogno? Comunicare
La felicità più grande? Essere utili agli altri
Il mistero più grande? La morte
Il difetto peggiore? Il malumore
La persona più pericolosa? Quella che mente
Il sentimento più brutto? Il rancore
Il regalo più bello? Il perdono
Quello indispendabile? La famiglia
La rotta migliore? La via giusta
La sensazione più piacevole? La pace interiore
L'accoglienza migliore? Il sorriso
La megliore medicina? L'ottimismo
La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto
La forza più grande? La fede
Le persone più necessarie? I sacerdoti
La cosa più bella del mondo? L'amore
MADRE TERESA
Frase del giorno: "Quanti siti dovrai fare per comprare una casa a Novilara?"
In stereo: The Last of The Mohicans OST
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 23.8.06 4 commenti
Accetta ciò che puoi accettare;
perdona ciò che non puoi perdonare;
dai ciò che non sei costretto a dare.
In stereo: Bomfunk MC's - Freestyler
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 12.8.06 2 commenti
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 10.8.06 2 commenti
Una linea di conflitto attraversa l’Italia. Ci sono giornalisti da una parte e giornalisti dall’altra, come nei Tre giorni del Condor. Il conflitto non è quello contro il terrorismo né quello in Iraq o in Afghanistan. E i legami di presunta lealtà e di presunta contrapposizione non si prestano a essere interpretati come pro americani o anti-americani. Per farlo bisognerebbe dire quali americani.
Infatti la spaccatura che sembra traversare l’Italia, e ci rimanda una immagine di faglia strana e misteriosa, si presta a una sola, fortissima analogia, quella con il giornalismo americano.
Il 5 luglio, lo stesso giorno in cui tutti abbiamo saputo dell’arresto di alti funzionari del Sismi e del pedinamento e delle intercettazioni dei due giornalisti di Repubblica D’Avanzo e Bonini, quel quotidiano ha pubblicato un articolo apparso il giorno prima sul New York Times, con la firma congiunta di due direttori (New York Times e Los Angeles Times).
In esso ci sono tre punti chiave. Il primo è: siamo rivali, ma ci unisce il dovere di non oscurare le notizie. Nessun governo può chiederci - o continuare a chiederci - di farlo.
Il secondo è la esemplare citazione del giudice della Corte Suprema statunitense Hugo Black che ha scritto, in difesa di giornalisti accusati di “tradimento” ai tempi del Vietnam: «La nostra Costituzione vieta che il governo censuri la stampa, affinché la stampa sia libera di censurare il governo».
Il terzo è una affermazione almeno altrettanto importante. Noi giornalisti non siamo i titolari di un potere speciale. Il potere risiede nei cittadini, che lo esercitano attraverso il diritto di essere informati.
Dunque i giornalisti che protestano quando si tenta di impedire o intimidire il loro lavoro, non stanno rivendicando l’autonomia di una corporazione e diritti professionali violati.
Rivendicare la libertà di stampa è un impegno sacrosanto. Ma il vero titolare di questo diritto, vale la pena di ripetere, sono i cittadini. È in difesa dei cittadini che vanno difesi i colleghi messi, a quanto pare, sotto una sorveglianza che non ha nulla di democratico.
I cittadini italiani sanno di essere testimoni di una situazione con molte facce, alcune delle quali sono false, molte versioni, alcune delle quali sono inventate, alcune tragedie (la pratica delle “rendition” o rapimenti di presunti nemici sottratti a qualunque garanzia giuridica del nostro mondo e del nostro tempo) e alcuni attori che, in questo film misterioso, forse hanno svolto due o più parti.
Alcuni giornalisti sembrano avere svolto la missione tipica della professione, informare, cercando ogni volta di saperne un po’ di più delle versioni ufficiali.
Altri giornalisti sembrano essersi attribuiti il compito di cancellare le tracce, ripulire le impronte e spostare altrove la narrazione, forse per depistaggio, forse per lealtà a un centro d’influenza diverso dal giornalismo (e dunque lontano dal dovere nei confronti dei cittadini che si fidano delle notizie ricevute). Forse per persuasione politica. È bene ricordare che la vicenda di cui stiamo parlando si ambienta ai nostri giorni, nel periodo di Berlusconi, quando anche le più formali dichiarazioni ufficiali erano false, e in cui è purtroppo naturale che la disinformazione si sia ambientata e sia stata praticata come espressione di lealtà a quel tipo di governo.
È bene ricordare che siamo nello stesso passato prossimo della vita italiana in cui nessuno (di governo) e nessuno (nel giornalismo di governo) ha voluto sapere niente della uccisione di Nicola Calipari.
È lo stesso strano periodo della storia italiana in cui per mesi nessuno si è interessato della sorte o del corpo di Baldoni, e ha dedicato sarcasmo e risate alla cattura prima, alla liberazione poi delle due Simone.
Sappiamo tutti che ai coni d’ombra e alle zone oscure della vita italiana, che sono state coltivate con cura, (anche giornalistica, apprendiamo ora) si aggiungono più vasti coni d’ombra e zone oscure della vita internazionale. Lo spaventoso danno del terrorismo è anche questo, avere disattivato e indebolito alcuni punti chiave della vita democratica, che sembrano essere restati sotto le immense macerie delle Torri gemelle, insieme a tante vite umane.
È importante perciò definire quali saranno - in questa brutta storia che ha il difetto di essere vera e di essere in pieno svolgimento in questi giorni, in queste ore, durante il governo dell’Ulivo - i punti di riferimento, le linee di comportamento, l’impegno verso i cittadini.
Primo, è in corso un procedimento giudiziario che non ammette tifoserie ma verso il quale non si devono tollerare screditamenti e calunnie. L’impegno è impedire che la magistratura e i giudici di questa indagine siano vilipesi o attaccati secondo la ormai consolidata prassi Berlusconi-Previti-Dell’Utri.
Secondo, non esistono servizi segreti buoni e servizi segreti cattivi. Esistono i servizi segreti di un Paese civile e democratico che rispondono al Governo, il quale risponde al Parlamento, il quale (almeno la sua nuova maggioranza) rappresenta i cittadini e ad essi rende conto. Tutto ciò che risulterà estraneo a questa sequenza di responsabilità e di regole, dimostrerà di non essere al servizio della Repubblica.
Terzo, i giornalisti hanno il diritto-dovere di svolgere secondo le libertà garantite dalla Costituzione il proprio impegno professionale.
Inevitabilmente alcuni di loro dovranno rendere conto, non ad assembramenti mediatici o a giudizi politici ma alla magistratura, della decisione di servire una causa piuttosto che di dedicarsi al mestiere di informare, decisione resa più grave, se vera, dall’essere occulta e coperta dalla tessera giornalistica.
Insomma niente è personale, niente è corporativo e niente è politico (nel senso partitico) in questa vicenda.
Una parte riguarda il governo e il far luce che ci aspettiamo. Una parte riguarda la magistratura, e il corso libero e intatto delle sue decisioni e delle sue indagini. Una parte riguarda il Parlamento, che non potrà sottrarsi alla richiesta di chiarezza e al dovere di rendiconto. E una parte riguarda i cittadini, che hanno il diritto di aspettarsi risposte di inequivocabile chiarezza e il diritto di credere alle fonti che il sistema democratico mette loro a disposizione. E tutto ciò senza sospensioni o tempi lunghi o anche involontarie.
Frase del giorno: "Sai esiste un grado di nome 90..."
In stereo: Pete Rock f. Pharoahe Monch - Just Do It
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 22.7.06 0 commenti
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 19.7.06 8 commenti
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 10.7.06 0 commenti
Lo scopo di questa missiva è quello di rendere giustizia ad una generazione,
quella di noi nati a cavallo tra anni 70 ed 80 (anno più, anno meno),
quelli che vedono la casa acquistata allora dai nostri genitori valere
oggi 20 o 30 volte tanto, e che pagheranno la propria fino ai 50 anni.
Noi non abbiamo fatto la Guerra, né abbiamo visto lo sbarco sulla luna,
non abbiamo vissuto gli anni di piombo, né abbiamo votato il referendum
per l'aborto e la nostra memoria storica comincia coi Mondiali di Italia '90.
Per non aver vissuto direttamente il '68 ci dicono che non abbiamo
ideali, mentre ne sappiamo di politica più di quanto credono e più di
quanto sapranno mai i nostri fratelli minori e discendenti. Babbo
Natale non sempre ci portava ciò che chiedevamo, però ci sentivamo
dire, e lo sentiamo ancora, che abbiamo avuto tutto, nonostante quelli
che sono venuti dopo di noi sì che hanno avuto tutto, e nessuno glielo dice.
Siamo l'ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a
saltare la corda, a giocare a lupo, a un-due-tre-stella, e allo stesso
tempo i primi ad aver giocato coi videogiochi, ad essere andati ai parchi
di divertimento o aver visto i cartoni animati a colori.
Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante e
con la cucitura storta; la nostra prima tuta è stata blu con bande bianche
sulle maniche e le nostre prime scarpe da ginnastica di marca le
abbiamo avute dopo i 10 anni.
Andavamo a scuola quando il 31 ottobre era la vigilia dei Santi e non Halloween,
quando ancora si veniva bocciati, siamo stati gli ultimi a fare la
Maturità e i pionieri del 3+2.
Siamo stati etichettati come Generazione X e abbiamo dovuto sorbirci
Sentieri e i Visitors, Twin Peaks e Beverly Hills (ti piacquero allora,
vai a rivederli adesso, vedrai che delusione). Abbiamo pianto per Candy-Candy,
ci siamo innamorate dei fratelli di Georgie, abbiamo riso con Spank,
ballato con Heather Parisi, cantato con Cristina D'Avena e imparato
la mitologia greca con Pollon. Siamo una generazione che ha visto
Maradona fare campagne contro la droga.
Siamo i primi ad essere entrati nel mondo del lavoro come Co.Co.Co. e
quelli per cui non gli costa niente licenziarci. Ci ricordano sempre fatti
accaduti prima che nascessimo, come se non avessimo vissuto nessun
avvenimento storico.
Abbiamo imparato che cos'è il terrorismo, abbiamo visto cadere il muro di
Berlino, e Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella
Stanza Ovale; siamo state le più giovani vittime di Cernobyl; quelli della
nostra generazione l'hanno fatta la guerra (Kosovo, Afghanistan, Iraq, ecc.);
abbiamo gridato NO NATO, fuori le basi dall'Italia, senza sapere
molto bene cosa significasse, per poi capirlo di colpo un 11 di settembre.
Abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque
altro, abbiamo giocato a Pac-Man, odiamo Bill Gates e credevamo che
internet sarebbe stato un mondo libero.
Siamo la generazione di Bim Bum Bam, di Clementina-e-il-Piccolo-Mugnaio-Bianco
e del Drive-in.
Siamo la generazione che andò al cinema a vedere i film di Bud Spencer e Terence Hill. Quelli cresciuti ascoltando gli Europe e Nik Kamen, e gli ultimi a usare dei gettoni del telefono.
Ci siamo emozionati con Superman, ET o Alla Ricerca dell'Arca Perduta.
Bevevamo il Billy e mangiavamo le Big Bubble, ma neanche le Hubba Bubba
erano male; al supermercato le cassiere ci davano le caramelline di
zucchero come resto. Siamo la generazione di Crystal Ball ("con Crystal Ball ci puoi giocare"), delle sorprese del Mulino Bianco, dei mattoncini Lego a forma di mattoncino,
dei Puffi, i Voltrons, Magnum P.I., Holly e Benji, Mimì Ayuara,
l'Incredibile Hulk, Poochie, Yattaman, Iridella, He-Man, Lamù, Creamy, Kiss Me Licia, i Barbapapà, i Mini-Pony, le Micro-Machine, Big Jim e la casa di Barbie di cartone ma con
l'ascensore.
La generazione che ancora si chiede se Mila e Shiro alla fine vanno insieme.
La generazione che non ricorda l'Italia Mondiale ‘82, e che ci viene un riso smorzato
quando ci vogliono dare a bere che l'Italia di quest'anno è la favorita.
L'ultima generazione a vedere il proprio padre caricare il portapacchi
della macchina all'inverosimile per andare in vacanza 15 giorni.
L'ultima generazione degli spinelli. Guardandoci indietro è difficile credere che
siamo ancora vivi: viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e
senza air-bag; facevamo viaggi di 10-12 ore e non soffrivamo di sindrome da
classe turista.
No avevamo porte con protezioni, armadi o flaconi di medicinali con chiusure
a prova di bambino. Andavamo in bicicletta senza casco né protezioni per le
ginocchia o i gomiti. Le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco
delle penitenze era bestiale.
Non c'erano i cellulari. Andavamo a scuola carichi di libri e quaderni,
tutti infilati in una cartella che raramente aveva gli spallacci imbottiti, e tanto meno le rotelle!!
Mangiavamo dolci e bevevamo bibite, ma non eravamo obesi.
Al limite uno era grasso e fine. Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere e
nessuno si è mai infettato. Ci trasmettevamo solo i pidocchi a scuola,
cosa che le nostre madri sistemavamo lavandoci la testa con l'aceto.
Non avevamo Playstation, Nintendo 64, videogiochi, 99 canali televisivi,
dolby-surround, cellulari, computer e Internet, però ce la spassavamo
tirandoci gavettoni e rotolandoci per terra tirando su di tutto;
bevevamo l'acqua direttamente dalle fontane dei parchi, acqua non imbottigliata,
che bevono anche i cani! E le ragazze si intortavano inseguendole per
toccar loro il sedere e giocando al gioco della bottiglia o a quello della verità,
non in una chat dicendo :) :D :P Abbiamo avuto libertà, fallimenti,
successi e responsabilità e abbiamo imparato a crescere con tutto ciò.
Tu sei uno di nostri? Congratulazioni!
PS: la presente è una mail che circola in questo periodo in rete, non è farina del mio sacco. Se qualcuno dovesse sentirsi offeso contatti il fautore...non me. Grazie
Frase del giorno: "Andiamo a parcheggià così poi andiamo a mangià."
In stereo: Bisca - Paura
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 9.6.06 11 commenti
[evidence] (defari)
Uh-hum (ah yeah)
(killin niggas, what)
Dilated, we rock, cmon
Hurry hurry and step right up [erick sermon]
Hurry hurry and step right up
And ima tear shit up [rakim]
[defari] the greatest show on earth...
[evidence]
You better step up, you lookin kinda lost
Claimin two ghetto streets that dont even cross
If you didnt know, Im a true arti-st
Who drops gems like on the run from police
Alias evidence, intensified when live
I understand pace, I understand strive
The only thing worse than lose your title, have it stolen
I treat beats like video games that Im controllin
My knots get blown at vinyl spots
Wise investment, create tracks that triple my stacks
Most kids got wack songs but hi-tech videos (fresh!)
They know that aint right, thats why the screens turn left
Flow goes backward please, evidence here to seize
All assets, bout to bounce from bmi to ascap
And ask them cats if them checks aint paid
Fuck the rain, evidence I spray raid on your parade
[chorus]
Hurry hurry and step right up
And ima tear shit up
Hurry hurry and step right up
The greatest show on earth is evidence
Hurry hurry and step right up
And ima tear shit up
Hurry hurry and step right up
The greatest show on earth is evidence
[evidence]
Evs solution will mold to different forms
I be a double-edged sword, I be thorns
Or I transform to horns on the cattlefield
Im always open like norms, equipped wit battle skills
Two times I mold to the shape of a pentagon
Dilated times five is ill, ring the intercom
Evidence or iristyle, got your file, run
Global detonation is my shape of drums
Under the sun nothin changes
Dedicated beats and lyric pages
Dilated peoples, all ages
Suckas dressin flashy, thinkin then can you defeat us
Nah, take em out, wash your nike wit adidas
Hurry hurry and step right up
We got defari in the house no doubt [krs-one]
My mind is like an icon, focusin on shows that Ive wrecked
My fast shudder speeds will freeze the movin objects
Chorus
*change last line to pull up a chair word up*
Frase del giorno: "Dalla sua camera uscivano due ragazzi e il marito stava di sotto a tirare con l'arco."
In stereo: Killah Priest - One Step
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 6.6.06 1 commenti
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 2.6.06 1 commenti
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 28.5.06 3 commenti
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 27.5.06 2 commenti
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 19.5.06 3 commenti
Trasmesso sulle Frequenze Medie il 17.5.06 2 commenti
In queste ore la petizione ha quasi raggiunto quota 200 mila firme, un risultato che solleva grande attenzione e che è destinato a regalare ancora maggiore visibilità ad una battaglia che sta acquisendo spessore sulla rete giorno dopo giorno.
Andrea d'Ambra, che ha lanciato la petizione, ha annunciato la nascita di un sito dedicato, aboliamoli.eu, sul quale oltre ai link per raggiungere la petizione sono segnalate una serie di altre informazioni, dai costi di ricarica imposti dagli operatori mobili italiani all'andamento "mediatico" e "politico" dell'iniziativa.
Il quorum iniziale fissato perché la Petizione venisse ufficialmente trasmessa alle autorità di controllo europee era di 50 mila firme, un traguardo superato di gran lunga : la raccolta continuerà, spiega lo stesso d'Ambra, fino a quando il numero delle nuove firme in arrivo inizierà a subire un calo, "per non perdere e lasciar cadere nel nulla - spiega il promotore dell'iniziativa - le firme che ancora stanno arrivando a migliaia".
La petizione, che ha peraltro già incassato l'interessamento della Commissione Europea, fino a questo momento non ha ricevuto il sostegno delle associazioni dei consumatori. Dagli operatori mobili italiani e dall'Autorità TLC, peraltro, non sono fin qui pervenuti commenti di sorta all'iniziativa che sta assumendo dimensioni del tutto clamorose.
Tra gli elementi che convincono di meno gli utenti alle prese con i costi di ricarica, è il fatto che questi "scombinano" le tariffe pagate per il traffico telefonico. Se acquistando 25 euro di traffico telefonico in realtà se ne pagano 30 perché 5 euro sono costo di ricarica, allora anche il prezzo delle chiamate cambia per l'utente: ciò significa che il profilo tariffario adottato, pubblicizzato dagli operatori, nei fatti non corrisponde alla realtà della spesa effettuata .
Fonte: Punto-informatico
Beh cos'altro aggiungere..firmate e incrociate le dita.
Frase del giorno: "Signore, aiutami a riconoscere quando ho torto e ad essere più sopportabile quando ho ragione."
In stereo: Mos Def - Speed Low
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