domenica 1 aprile 2007

Il Ricordo

Metti un venerdì sera al cinema da solo. Non mi capitava dai tempi delle medie; allora andai all’Astra a vedere l’anteprima di Scream 3, terzo episodio della celebre saga pop-thriller girata da Wes Craven. Era estate e non avevo la morosina. In compagnia mi annoiavo terribilmente così decisi di spezzare la noia. Al tempo mi vergognai non poco, il cinema era pieno di ragazzi della mia età, tutti o fidanzati o in compagnia. Mi gustai il film che puntualmente mi deluse, come fanno ormai tutti i sequel da un po’ di anni a questa parte. Durante l’intervallo i ragazzi andavano a prendere gli snacks al bar del cinema e passandomi a fianco mi guardavano, io giocavo con il cellulare e me ne stavo sprofondato nella poltrona di velluto rosso. Mi accorgevo dei loro sguardi ma non li incrociavo.
Venerdì è andata diversamente. Era tutto diverso; il film, il cinema, l’età…
Ho visto “300” di Zack Snyder, film tratto dall’omonimo fumetto di Frank Miller, autore di Sin City. Leonida il Re di Sparta, si trova a dover fronteggiare l’immensa ed invincibile armata di Serse, il Re di Persia che minaccia l’invasione della Grecia. Per fronteggiarlo, Leonida conduce i migliori 300 spartani, affiancati lungo il cammino da altri volontari di Tespe, fino alle Termopili, luogo strategico e dagli angusti spazi a nord-est di Sparta, dove la quantità sterminata degli uomini e delle bestie di Serse viene valorosamente tamponata dalla qualità degli audaci guerrieri di Leonida. Solo il tradimento di Efialte permette a Serse di accerchiare i 300 uomini rimasti e di sconfiggerli.
Il film scivola via tra una gamba mozza e una lancia che trapassa il petto. I colori sono stravolti da una saturazione di un’intensità esasperata. Le musiche non sono molto ricercate e spaziano dalle classiche liriche altisonanti alle tragiche composizioni tecnorock. Vero gioiello di illustrazione computerizzata è la sigla finale che puntualmente resto a gustarmi solo io. I dialoghi sono rivolti al valore della morte come riscatto della libertà patriottica, al sacrificio della vita per una gloria immensa: Il Ricordo. Leonida sembra un folle quando parla di gioia e di gloria nel morire, e con lui i suoi fedelissimi. Alcuni ridono sotto la pioggia di frecce nemiche che oscura il cielo. I volontari di Tespe si ritirano non appena sanno dell’imminente sconfitta che li aspetta, al contrario dei 300 spartani che restano imperterriti sul posto, in attesa del loro certo martirio.
In loro c’è il desiderio dello scontro, la voglia della messa a prova, la propensione alla lotta come momento supremo di dimostrazione del proprio valore e delle proprie capacità. La lotta contro il nemico è tutto ciò che uno spartano può desiderare. Lo spartano è nato per questo e lui lo sa, dunque non teme la morte, l’aspetta.

Non ho potuto fare a meno di comparare il quasi disprezzo per la vita degli spartani con il semi disprezzo per la vita dei kamikaze attuali. Alcuni elementi mi balzano all’occhio in maniera troppo evidente per non essere citati. La gloria, l’onore, il martirio, il ricordo delle gesta sono segni riscontrabili attualmente in quello che noi chiamiamo “Terrorismo”.
Nel 480 A.C. Leonida ha combattuto contro gli invasori persiani, nel 2007 D.C. “Al Qaeda” combatte contro gli infedeli occidentali. Si invertono le posizioni geografiche ma la sostanza è la stessa. Leonida riempie di orgoglio se stesso e i suoi uomini nell’affrontare un nemico di tale portata, si rende conto dell’impresa e non ne è per niente spaventato, semmai eccitato. I kamikaze si preparano per anni e addestrano i loro martiri fin da bambini, reclutando maschi e femmine, istigandoli al rispetto per il codice, all’onore della famiglia e della propria patria, per la quale moriranno. I loro nemici sono invasori e peccatori, vanno annientati anche al costo della vita.
Serse è rappresentato come un uomo-dio che grazie alle sue conquiste è riuscito ad accumulare ricchezze infinite e schiavi. Donne, soldi e fama sono il suo motto. Gli USA e tutto l’Occidente diffondono sempre più gli stessi motti di allora e tendono ad omologare il più possibile il “diverso”.
Il Ricordo Epico è la soddisfazione più grande per i 300 soldati di Sparta. Essi sono vissuti e morti per questo. Oggi assistiamo al martirio quotidiano di persone che fanno trionfare la morte sulla vita, in memoria e onore di loro stessi. Spargono e disseminano terrore nel nome di un solo dio e della loro terra minacciata.

La storia procede a ritroso, scrive Eco nel suo libro “A passi di gambero”.
Oggi dall’autostrada che porta ad Atene si può vedere il monumento di Leonida, che porta fiero l'elmo spartano sul capo, uno scudo nella mano sinistra e una lancia nella destra, simbolo del Ricordo tanto auspicato dai 300 eroi che perirono per salvare le loro mogli, i loro figli, la loro Sparta.
Speriamo di non dover mai imboccare nessuna autostrada e dover ammirare il turbante e la barba di qualche uomo-dio che imbraccia un kalashnikov da una parte e un corano dall’altra.

AUHH!!!!


Frase del giorno: “Qui comandano loro.”
In stereo: Trouble Funk - Pump Me Up