domenica 17 dicembre 2006

Gli Orti Giulii

Leggere, guardare, firmare.


Frase del giorno: ".................................................."
In stereo: Justin Timberlake - My Love

venerdì 8 dicembre 2006

Premio VIP is all over the W...eb

Vi ricordate Premio VIP???
Bene, perché ho scoperto proprio oggi che questa travolgente divertenteria è accolta da molti internuati.

C'è chi confronta i VIPS con i VIPS e chi abbina gente comune a VIPS.

Buon 8 Dicembre.



Frase del giorno: "Ogni tanto tira fuori delle chicche allucinanti."
In stereo: Method Man - Step By Step

martedì 5 dicembre 2006

Colpa della sintesi

La seconda parte della puntata di Gaia di sabato 2 Dicembre 2006 trasmessa su Rai 3, ha mostrato un servizio sulla nuova tipologia di scrittura. Nello specifico ha toccato i temi della "sintesi dell'SMS", degli "smiles-emoticon", degli acronimi e delle sigle. Argomento trattato nel post "..::L@ Lingu4 §p£rdut4::.."
Secondo una dottoressa esperta in comunicazione, questa nuova scrittura ha risvolti decisamente positivi.

Staremo a vedere...

Un maggiore approfondimento non avrebbe di certo guastato. Tutto troppo breve per i miei gusti. La sintesi deve aver fatto il suo effetto anche nel palinsesto di Rai 3.


Frase del giorno: "C'è una talpa.....HHHFFFSH...che mi fa PPPensare...HHHFSHFHHHS"
In stereo: A Tribe Called Quest f. Busta Rhymes - Scenario

domenica 19 novembre 2006

Telegiornella 2000

Consiglio ai poveri giornalisti che ci mostrano tutte queste cose interessanti di andare a quel paese, magari lo stesso del castello in cui due individui plurimilionari, hanno consumato uno dei gesti più importanti dell'esistenza umana: il Matrimonio.

Consiglio a queste scarne persone di imparare a lavorare e di farlo in fretta poichè a molti di loro non rimane molto tempo. Tanti infatti sono piuttosto attempati e ancora non hanno imparato a fare un servizio che sia minimamente interessante, istruttivo e costruttivo.

Consiglio poi ai giornalisti di scioperare meno e bene e lavorare meglio e di più. Chi cazzo ve li rinnova i contratti se continuate a trasmettere per otto (8) giorni, pietosi servizi in cui due soggetti si sposano?
Ognuno ha qual che si merita.

Consiglio agli editori di scrivere non per forza cose sensate ma almeno in italiano. Io posso fare errori perché non faccio l'editore e non sono direttore e nemmeno redattore di un giornale. Voi non dovete e non potete.

Consiglio agli spettatori di questi servizi, di cambiare canale e voltare pagina ogni qualvolta si presentino suddette situazioni. Nulla saprà giovarvi meglio di uno zapping repentino, o di una sfogliata di pagina. Molto meglio infatti gli "sbasoffi" del Tenente Colombo e il Sudoku.

Consiglio infine agli autori di Fiction Mediatica di essere meno prevedibili. Non mi diverto più ad azzeccare gli avvenimenti. Ci vuole un tocco di freschezza, se avete bisogno contattatemi su questo blog.


Frase del giorno: "Il futuro è Google"
In stereo: De la Soul - Keepin' The Faith

domenica 5 novembre 2006

M'ama non M'ama

Cosa significa innamorarsi di una città?

E' una sensazione che non ho ancora ben chiara. Spesso sento dire e/o vedo scritto, amo "nome città", odio "nome città"...ma concretamente cosa vuol dire tutto ciò?? Io amo le persone, o meglio voglio a loro del bene ma non sono sicuro di potermi permettere di dire o scrivere "Amo Pesaro".
Come si fa ad amare una città?? Non sono convinto del fatto che sia sufficiente pagare il biglietto dell'autobus, fare la raccolta differenziata, non scrivere sui muri, parcheggiare negli appositi spazi...Questo è semplice senso civico. Siete sicuri che quello che definite amore non è altro che "sentimento morale"?
E' davvero possibile poi che questo sentimento sia provato per dei luoghi?? Secondo il mio punto di vista, quello che molti credono sia "Amore" è in realtà una specie di affetto, una sorta di attaccamento spontaneo, un tipo di gelosia inconscia scaturito da molteplici circostanze: Nascerci, Crescerci, Viverci, ecc. Ecco, Vivere una città lo concepisco, ma amarla, ancora, proprio no. Avrebbe più senso dire o scrivere "Vivo Pesaro" perché dire "Amo Pesaro" significherebbe, come minimo, (ma aspetto una smentita) amare luoghi (palazzi, parchi, ...) e persone (pesaresi a Pesaro, non pesaresi a Pesaro, pesaresi fuori Pesaro, ...). Amare solo una delle due parti mi sembra impossibile, poiché, verrebbe a cadere la valenza del termine "Città". Una città senza luoghi non è una città, idem una città senza persone.

Fermo restando quanto appena detto resta inspiegabile il concetto di "Amore". Nessuno o quasi è in grado di spiegare questa parola, nessuno o quasi è in grado di metterla in pratica verso le persone, figuriamoci applicarla ad un luogo.
In un luogo posso stare bene e/o male a seconda degli eventi e delle circostanze. Questo alternarsi di sensazioni (stare bene o stare male) è sì riconducibile al luogo ma non significa che io ami quel luogo.
Forse amare una città significa accettarla nel bene e nel male, lottare, sacrificarsi, essere disponibili, rischiare, condividere, e torno a dire Vivere, ma anche morire (si muore per amore giusto??) per la sua gente, i suoi spazi, i suoi luoghi.
Forse chi è disposto a fare tutto questo può anche avere il privilegio di dirlo o scriverlo, altrimenti farebbe bene a starsene zitto.

Forse amare una città significa avere e concedere libertà. Per quanto sia scontata, la libertà è tutt’oggi una condizione altamente a rischio e oserei dire miracolosa. Se è vero che la libertà di un individuo finisce dove comincia quella dell’altro è altrettanto vero che l’essere “liberi” assume un significato vitale. Non si vive se non si è liberi. Si sopravvive.
Negli anni passati Pesaro è stata toccata da segni che recitavano “LASCIA VIVERE”. Non ho mai saputo chi volesse dire cosa, ma oggi leggo e trovo molto più cariche di significato quelle parole, di tanti scritti, scritte, slogan e propagande varie in giro per la città, i blogs, i forum, …

La Vita è il segreto di tutto. Le cose si amano se vivono, se trasmettono energia, emozioni, sensazioni. Amare dunque una città può voler dire entrare in sintonia e in sinergia con essa, immergersi nei suoi problemi, nelle sue opere, nelle sue gioie e nei suoi dolori e agire concretamente per portarla più in alto possibile. Fare di tutto perché il peggio si trasformi in meglio, il negativo in positivo, il regresso in progresso, …

Forse amare la città è tutto questo o forse è tutt’altro. Sta di fatto che ho scritto tanti forse, forse tanti quanti gli “Amo Pesaro” che sento e leggo. Orsù dunque Viviamo Pesaro ma non riduciamoci a boccheggiare come pesci d’allevamento per...nulla.


Frase del giorno: “E’ rosso. No veramente è grosso.”
In stereo: Nas – Silent Murder

mercoledì 1 novembre 2006

..::L@ Lingu4 §p£rdut4::..

Giusto l'altro giorno, stavo parlando con mia madre del mutamento della lingua, ed in particolare di quello della lingua italiana. Si parlava del cambiamento di certi vocaboli o meglio dell'adozione e della unificazione di specifici termini, utilizzati ad esempio nel mondo del web, della computer-grafica, della tecnologia, dello sport, con altri termini di origine italiana. Oggi ho trovato questo articolo nel feed RSS sulla sinistra del mio blog.
Vocaboli come chattare (si legge ciattàre), uploadare/downloadare (applodàre/daunlodàre), settare, formattare, zippare, ... ma anche rasterizzare, masterizzare, skinnare (non è un termine nazista ma una tecnica di computer-grafica; skin = pelle), meshare, freezeare (si legge frizzàre, cioè ghiacciare), snappare (sneppàre), ... e ancora skateare (skeitàre), surfare (serfàre), stoppare, dribblare sono diventati ormai di uso comune e, spesso e volentieri, non abbiamo più la voglia o la necessità di utilizzare le dèsuete espressioni alternative.

Sempre più raramente sentiremo dire "Ho trasformato questa immagine vettoriale in immagine con pixel.", perché basterà dire "L'ho rasterizzata", oppure "Fare una copia di un DVD", sarà "Masterizzare un DVD". "Buon fine settimana" lascierà il posto a "Buon Week (end è facoltativo)!", così anche "La sacca piena di gas che si gonfia negli incidenti stradali", sarà sostituito -anzi lo è già da molto tempo- da "Airbag".

Tutte queste espressioni sembrano voler facilitare la dinamica del parlato -e volendo anche dello scritto-, sembrano venirci incontro per sintetizzare al massimo il significato, sembrano agevolarci nelle comunicazioni che risultano sempre più bisognose di rapidità e velocità, sembrano concederci la loro sintesi per una migliore comprensione globale ed immediata.

E gli "effetti collaterali"??? Senza dubbio c'è da mettere in conto l'esclusione di quelle persone che non hanno mezzi e possibilità per adattarsi (gli anziani, i poveri, i malati di mente). Poi c'è da tener conto della nostra perdita di conoscenza della lingua. L'Italiano è una delle lingue più difficili del mondo, quindi l'acquisizione massiccia di vocaboli nuovi ma di origine non-latina fa si che la nostra radice linguistica vada a sfumarsi sempre più. Infine c'è da considerare l'effetto collaterale della sintesi vera e propria.

Questa sintesi ha una sua logica e un suo uso dedicato. L'SMS è l'esempio perfetto. La limitazione fisica ed oggettiva delle lettere da inserire per comporre un SMS (appunto Short Message Service - Servizio di Messaggi Brevi), implica uno sforzo da parte del fruitore del servizio, dedicato alla sintesi più assoluta. Questo procedimento consiste nell'applicazione di neologismi del tutto inventati ma contestualizzati "ad hoc".

Il primo esempio è l'acronimo SMS. Oltre alla sintesi dei termini inglesi c'è la sintesi acronomica delle lettere iniziali. Una sorta di sintesi nella sintesi. Tutti (o quasi) sanno il senso di SMS, un po' meno il significato, e tutti usano ormai la comodità acronomica di questo vocabolo. Il secondo esempio è la faccina (smile) dell'SMS. Anche qui l'uso della sintesi viene in nostro aiuto attribuendo un meta-senso (senso che sta al di sopra) con solo due caratteri: nella maggiorparte dei casi i due punti e una parentesi----> :) = "sorriso" :( = "tristezza".
Questa semantica è estremamente interessante ed al contempo "pericolosa", poiché è vero che fornisce un risparmio in termini di spazio virtuale nella memoria del cellulare e quindi, minore "peso" e maggiore velocità di trasmissione dell'SMS e concede maggiore spazio per ulteriori vocaboli, ma è anche vero che imprime una specie di dipendenza decontestualizzata.
Lo smile non viene più usato solo negli SMS dove c'è una pesante limitazione di "spazio", dove per spazio si intende il vincolo del costo dell'SMS, ma ad esempio anche nella posta elettronica (e-mail; electronic-mail), dove ormai non ci sono più problemi di spazio (poiché è gratuita) se non nell'accezione vera e propria del termine. L'utilizzo quindi dello smile denota una sorta di pigrizia. Nessuno ha più voglia di scrivere quelle due, tre parole in più per far capire il significato del discorso ma accolla al ricevente l'onere di interpretare il messaggio e decodificarlo. La faccina è un aiuto a decodificare meglio il messaggio ma è un aiuto frivolo, di cui posso fare anche a meno.
Alla sintesi si aggiunge anche la rapidità dell'SMS. L'applicazione del "T9" permette di risparmiare tempo ulteriore nella creazione. Credo che l'inventore si sia ispirato più volte al detto "Il tempo è denaro".

Tutto ruota attorno al fattore tempo-denaro. Non si ha tempo per aggiungere una riga di commento in più ed ecco spuntare la faccina. Non si hanno soldi nel cellulare ed ecco spuntare faccine ( :D, =], :p ), numeri funzionali( treno---> 3no, informare---> in4mare, fusione---> fusi1, settimana---> 7mana ), numeri criptici ( saletta---> 5413774 ), simboli alfanumerici decorativi (saletta---> $al£tta, catetere---> ©@t£t&®E) acronimi impronunciabili ( ti voglio bene---> tvb, leggi il simpatico manuale---> rtfm ), abbreviazioni (ora---> h, però---> xò, per ora---> x h, comunque---> cmq, I love you---> I lov u ) ...

Da tutto ciò si deduce che nel lungo periodo, l'uso di questi termini favorirà l'atrofizzarsi della specificità della lingua, italiano incluso, a fronte di una maggiore uniformità.
E' un bene?? Certamente no. E' un male?? Non lo so.


Frase del giorno: "Fila è magro."
In stereo: Jamiroquai - Planet Home

martedì 3 ottobre 2006

TI RENDI CONTO DI VIVERE NEL 2006 QUANDO...

1. Per sbaglio inserisci la password nel microonde.
2. Sono anni che non giochi a solitario con carte vere.
3. Ha i una lista di 15 numeri di telefono per contattare i tuoi 5 familiari.
4. Mandi e-mail alla persona che lavora al tavolo accanto al tuo.
5. Il motivo per cui non ti tieni in contatto con i tuoi amici e familiari è che non hanno indirizzi e-mail.
6. Rimani in macchina e col cellulare chiami a casa per vedere se c'è qualcuno che ti aiuta a portare dentro la spesa.
7. Ogni spot in tv ha un sito web scritto in un angolo dello schermo.
8. Uscire di casa senza cellulare, cosa che hai tranquillamente fatto per i primi 20, 30 (o 60) anni della tua vita, ora ti crea il panico e ti fa tornare indietro per prenderlo anche se stai a meta strada in mezzo al traffico.
10. Ti alzi al mattino e ti metti al computer ancora prima di prendere il caffè.
11. Cominci ad arrovellarti il cervello alla ricerca di modi per sorridere. : ) :o) :->
12. Mentre leggi tutto questo ridi e fai Sì con la testa.
13. Sei troppo occupato per accorgerti che su questa lista manca il punto 9.
15. E ora sei tornato indietro per vedere se davvero manca il punto 9...e non ti sei accorto che manca anche il punto 14.

E ORA STAI RIDENDO DA SOLO....


Frase del giorno: "Il vero sballo è dire: Hey ma quella è la sirena della polizia!!"
In stereo: Kelis f. Andre 3000 - Millionaire

giovedì 28 settembre 2006

The Jean-Michel Basquiat Show

La Triennale di Milano e Chrysler presentano la mostra ‘The Jean-Michel Basquiat Show’.
La mostra più completa mai realizzata in Europa sul grande artista americano.
La Triennale di Milano 20 settembre 2006 - 28 gennaio 2007.

Dopo il grande successo ottenuto con ‘The Keith Haring Show’ e ‘The Andy Warhol Show’, La Triennale di Milano e Chrysler tornano a presentare una grande mostra di arte contemporanea.
Quest’anno l’appuntamento si rinnova con ‘The Jean-Michel Basquiat Show’ (New York 1960-1988), dal 20 settembre 2006 al 28 gennaio 2007.

A cura di Gianni Mercurio, ‘The Jean-Michel Basquiat Show’ si qualifica come una delle più vaste retrospettive sinora dedicate al grande artista americano, certamente la più importante mai realizzata in Europa; comprende circa ottanta dipinti e quaranta disegni.
Una vasta documentazione fotografica e una sezione video, con molti materiali inediti, documenteranno il lavoro dell’artista e il contesto in cui è nata e si è sviluppata la sua arte: la New York degli anni Ottanta.
Le opere selezionate provengono da prestigiose collezioni private americane ed europee e da numerosi musei e istituzioni pubbliche quali: Ludwig Forum di Aachen, Museu d’Art Contemporanei de Barcelona, Musée d’Art Contemporain Marseille, Museum der Moderne Kunst Salzburg, Israel Museum of Jerusalem, Museum of Contemporary Art di Los Angeles, Broad Art Foundation di Santa Monica.

Protagonista emblematico della scena newyorchese degli anni ’80, Basquiat è uno degli artisti più popolari dei nostri tempi.
Ancora oggi, a quasi venti anni dalla morte, avvenuta quando non era ancora ventottenne nell’agosto del 1988, i suoi lavori e il suo linguaggio continuano ad affascinare il pubblico di tutto il mondo.

L’attività artistica di Basquiat prende forma nell’arco di una sola decade, dal 1978 al 1988.
In questo breve periodo la sua febbrile attività lo ha portato a produrre una vasta mole di opere sempre caratterizzate da un segno che lo ha reso uno dei grandi testimoni della sua epoca.

Le opere saranno esposte secondo un percorso che consentirà l’approfondimento di alcune delle tematiche care all’artista tra cui: l’uso ricorrente della parola sin dalla sua attività come graffitista ‘sui generis’, quando firmava SAMO i suoi aforismi e le sue brevi poesie sui muri di Downtown e per cui il suo lavoro è stato accostato dalla critica all’arte di Cy Twombly; il forte legame con il mondo della musica; le sue radici afroamericane; la costante ricerca di un’identità nei numerosi autoritratti che svelano fragilità e ambizioni, il desiderio di riconoscimento e la fama travolgente; la scena artistica degli anni ’80 e la profonda amicizia con Andy Warhol.
L’allestimento delle opere consentirà ai visitatori della mostra di entrare a far parte di un mondo che oscilla tra infanzia e perdita dell’innocenza, di godere dello slancio vitale che anima il gesto e l’uso del colore, e di comprendere al tempo stesso l’orrore e la sofferenza contenuti nei segni, nelle parole e nelle forme che implodono provocando deflagrazioni e autodistruzione. Tutto ciò attraverso i materiali poveri che Basquiat utilizza fin dalle prime esperienze di street art e che inserisce nelle sue opere ispirandosi al polimaterismo di Dubuffet, stabilendo un legame profondo con il mondo della strada, un ponte tra quella vita da ‘refusè’ che lui, giovane nero di estrazione borghese, aveva deliberatamente cercato, e la nuova dimensione di agio e fama cui la sua arte e le leggi del mercato dell’arte lo hanno condotto.

All’interno del percorso espositivo è previsto l’allestimento di una sezione fotografica con contributi di alcuni dei più famosi fotografi che hanno documentato la vita e il lavoro di Basquiat, tra cui: Tseng Kwong Chi, Edo Bertoglio, Maripol, Stephen Torton, Lizze Himmel e altri.

Inoltre, per rendere partecipi i visitatori del background culturale che ha caratterizzato la creatività dell’artista, Chrysler ha prodotto anche quest’anno un filmato (ricordiamo ‘Keith Haring AllOver, un viaggio con Chrysler’ dello scorso anno, un viaggio alla scoperta dei murales e delle opere pubbliche di Haring in tutto il mondo).
Questo sarà proiettato su grandi schermi nel salone centrale della mostra all’interno di una spettacolare ‘Chrysler Box’; il filmato racconterà le radici afroamericane e l’influenza che hanno esercitato su Basquiat i miti della ‘black culture’, dalla musica allo sport alle tematiche sociali, da Charlie Parker a Miles Davis, da Cassius Clay a Sugar Ray Robinson, da Malcom X a Martin Luther King.
La Chrysler Box vivrà a Milano anche attraverso un’installazione itinerante nelle piazze della città durante il periodo della mostra.

Evento speciale sarà la proiezione del film ‘Downtown ‘81’, prodotto da Maripol e diretto da Edo Bertoglio in cui Basquiat interpreta se stesso e di cui ha prodotto le musiche.
Il film racconta la giornata di un artista underground newyorchese, documentando l’effervescenza culturale e creativa della New York degli anni ’80.

In occasione della mostra, Skira edizioni pubblicherà un catalogo con testi in lingua italiana ed inglese, a cura di Gianni Mercurio.
Il volume conterrà saggi del curatore, di Glenn O’Brien, giornalista ed esperto della scena artistica musicale degli Anni Ottanta, di Annette Lagler, curatrice del Ludwig Forum di Aachen e di Demetrio Paparoni, critico d’arte e scrittore e sarà corredato da una serie di contributi e testimonianze di amici e personaggi (Madonna e Keith Haring tra gli altri).
Gianni Mercurio, curatore e saggista, vive e lavora a Roma.
Tra le sue mostre in spazi museali sui temi dell’arte americana: Andy Warhol, Viaggio in Italia (Roma, Napoli, Genova, Torino 1995/1996), Roy Lichtenstein, Reflections (Roma, Milano, Wolfsburg Kunstmuseum 1999/2000), Keith Haring (Pisa, Roma, Helsinki, Aachen-Ludwig Forum, Catania 1999/2001), Jean-Michel Basquiat (Roma, 2002), George Segal (Roma, 2002), rassegne sui Graffitisti (American Graffiti - Napoli, Roma, 1997/1998) e gli Iperrealisti (Roma, 2003).
Per La Triennale ha curato nel 2004 ‘The Andy Warhol Show’ e nel 2005 ‘The Keith Haring Show’.
È curatore degli eventi del Museo Carlo Bilotti a Roma per il quale ha realizzato la mostra inaugurale ‘Damien Hirst, David Salle, Jenny Saville’ (2006).

La Triennale di Milano con questo terzo appuntamento conferma e rinnova la sua missione nei confronti dell’arte contemporanea alla quale dedicherà un nuovo spazio a Milano con l’apertura di Triennale Bovisa.
Beautiful Losers, il Diavolo del Focolare, Nanda Vigo e Fumetto International sono le mostre che nel 2006 hanno indagato i nuovi linguaggi dell’arte contemporanea e la sua ibridazione con le discipline storicamente affrontate da Triennale e hanno confermato l’attenzione non solo dei visitatori tradizionali, ma anche l’interesse dei moltissimi giovani che frequentano in modo assiduo le iniziative di Triennale.

Chrysler, promotore e organizzatore della mostra con La Triennale, ha prodotto ‘The Jean-Michel Basquiat Show’, portando avanti il suo impegno pluriennale nell’arte contemporanea iniziato con ‘Iperrealisti’ (Roma 2003), proseguito col grande successo di ‘The Andy Warhol Show’ (Milano 2004) con più di 151.000 visitatori e consolidato con ‘The Keith Haring Show’ (Milano 2005), che ha visto la presenza di oltre 121.000 visitatori.

Il claim ‘L’auto contemporanea presenta l’arte contemporanea’ trova così una sua continuità temporale e contenutistica, rafforzato dalla partnership vincente con La Triennale nella produzione di grandi eventi culturali a Milano.

“Quattro anni fa, con la mostra ‘Iperrealisti’, abbiamo intrapreso un viaggio in un mondo mai esplorato così a fondo da una casa automobilistica, nel ruolo di ideatore, promotore e produttore di grandi mostre d’arte.
Abbiamo voluto esprimere i valori propri del brand Chrysler attraverso l’arte contemporanea: emozione, ispirazione e innovazione creativa.
Il nostro impegno in questo settore si rinnova quest’anno con la mostra ‘The Jean-Michel Basquiat Show’, che pone l’accento sulle origini della sua arte” ha affermato Federico Goretti, Direttore Generale Chrysler Group, DaimlerChrysler Italia.
“È emozionante vedere le opere di Basquiat.
Un’opera piena di ricerca, mai scontata.
Un modo di sentire molto vicino a Chrysler, al suo stile unico e non convenzionale”.

La mostra verrà realizzata con il patrocinio del Consiglio Regionale della Lombardia.



20 settembre 06 - 28 gennaio 07

Orario: 10.30 - 20.30, chiuso il lunedì

Ingresso: 8 € - 6 € - 5 €

Servizi: visita guidata - radiocuffie - audioguida


Contatti per la stampa Ufficio Stampa Jean-Michel Basquiat

Sveva Fede tel. 0575.24566
fax: 0575.370368
cell. 336.693767
fattoriadisanfabiano@inwind.it

Assistente
Adriana Crispo tel. 06.45439494
fax: 06.45439495
ufficiostampa@alphaomega.it

Ufficio Stampa de La Triennale

Antonella La Seta tel. 02.72434240
fax: 02.72434239
ufficio.stampa@triennale.it

Ufficio Stampa DaimlerChrysler Italia

Maria Cristina De Gaetano Polverosi tel. 06. 41442371

Massimiliano Lo Bosco tel. 06. 41442080
fax: 06. 4116010
massimiliano.lo_bosco@daimlerchrysler.it


Fonte: triennale.it


Frase del giorno: "Per non vedere tutte ste cose devono essersi sparati in entrambi gli occhi."In stereo: Fugees - Family Business

lunedì 25 settembre 2006

CONFRONTING THE EVIDENCE

Un'eccezionale inchiesta proposta e finanziata da Jimmy Walter, uno straordinario individuo che ha dato il suo tempo, le sue ricerche e i SUOI SOLDI per lavorare in una positiva e significativa causa: rimettere in discussione tutto quello che si sapeva, o si pensava di sapere, sui tragici eventi dell'11 settembre 2001. Questo coraggioso documentario, finalmente sottotitolato in italiano, getta una nuova luce sui drammatici eventi che sono seguiti a quel drammatico giorno e pone nuove ma evidenti domande a cui le fonti ufficiali e i media non hanno mai prestato troppa attenzione.

Gli ospiti in studio, giornalisti, scrittori, politici e scienziati, utilizzando varie fonti, tra cui documenti e materiale audiovisivo, demoliscono la versione ufficiale dell'11 settembre 2001 e suscita seri interrogativi sulla corretta gestione delle informazioni da parte dei mass-media, sul coinvolgimento dei veri responsabili, sulla copertura operata dal governo americano nonché sugli attuali sviluppi geostrategici a livello globale. Questo video non da risposte, vuole porre soltanto domande, vuole far capire quante siano state le mancanze e quanto la commissione di inchiesta 9/11 sia stata una ignobile sceneggiata.

I quesiti che porrà questo video, si spera, saranno gli stessi che faranno riaprire le indagini su quel terribile giorno. Diffondi ciò che apprenderai e dai il tuo contributo per risvegliare le menti e la critica della gente.



Fonte: Arcoiris.tv

Cose simili sono state dette ieri sera (domenica 24/9/2006 ndr) a Report, nella puntata dedicata all'evento dell'11/9/2001.
Argomenti correlati: 11 settembre - inganno globale. Loose Change.


Frase del giorno: "Arrivare alla fine è una gradita agonia"
In stereo: Busta Rhymes - Touch It

mercoledì 23 agosto 2006

24 domande e 24 risposte

Il giorno più bello? Oggi
L'ostacolo più grande? La paura
La cosa più facile? Sbagliarsi
L'errore più grande? Rinunciare
La radice di tutti i mail? L'egoismo
La distrazione migliore? Il lavoro
La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento
I migliori professionisti? I bambini
Il primo bisogno? Comunicare
La felicità più grande? Essere utili agli altri
Il mistero più grande? La morte
Il difetto peggiore? Il malumore
La persona più pericolosa? Quella che mente
Il sentimento più brutto? Il rancore
Il regalo più bello? Il perdono
Quello indispendabile? La famiglia
La rotta migliore? La via giusta
La sensazione più piacevole? La pace interiore
L'accoglienza migliore? Il sorriso
La megliore medicina? L'ottimismo
La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto
La forza più grande? La fede
Le persone più necessarie? I sacerdoti
La cosa più bella del mondo? L'amore


MADRE TERESA


Frase del giorno: "Quanti siti dovrai fare per comprare una casa a Novilara?"
In stereo: The Last of The Mohicans OST

sabato 12 agosto 2006

Frase del giorno

Accetta ciò che puoi accettare;
perdona ciò che non puoi perdonare;
dai ciò che non sei costretto a dare.


In stereo: Bomfunk MC's - Freestyler

giovedì 10 agosto 2006

Omaggio a Picasso

"Platone definiva l’arte come copia copiae, riproposizione delle forme sensibili che compongono il reale. Viene da chiedersi che cosa avrebbe detto trovandosi di fronte alle opere della cartella Omaggio a Picasso esposte nell’ex chiesa di S. Agostino di Civitanova Marche, dove i soggetti riprodotti non sono spicchi di realtà, ma altrettante opere d’arte tratte dalla pressoché infinita produzione di Pablo Picasso (Malaga 1888 - Mougin 1973).
La raffinatissima operazione culturale alla base della realizzazione di questa cartella è stata pensata e fortemente voluta dal critico Wieland Schmied, che, a partire dal 1973, anno di morte di Picasso, ha chiamato a raccolta decine tra i più quotati autori del mondo occidentale e li ha invitati ad entrare nell’universo Picasso. I sessantanove artisti coinvolti non possono certo essere considerati emuli diretti del grande maestro spagnolo, allievi o seguaci: sono artisti compiuti ed affermati, certo influenzati dalla profonda rivoluzione apportata da Picasso nell’arte del Ventesimo secolo, ma ognuno dotato di una personalissima ed autonoma carica espressiva, che si divertono ad affondare le mani nei “tanti stili” di Picasso, estrapolandone frammenti e motivi, da ereditare e riproporre una volta filtrati dalla propria sensibilità. Ognuno gioca a suo modo con l’eredità dal Gran Fabbro spagnolo: il conterraneo Joan Mirò (Montroig 1893 - Palma di Maiorca 1983) ne evoca la presenza citandone il nome tra i sinuosi e primitivi tentacoli della scrittura automatica; Jiři Kolàř (Protìvin 1914 - Praga 2002) dilata nello spazio e nel tempo le Demoiselles d’Avignon; Renato Guttuso (Bagheria, Palermo 1912 - Roma 1987) riprende le forme rotonde dei suoi nudi femminili più materni ed ancestrali; James Rosenquist (Grand Forks 1933) identifica nell’attività del Polo Caldo del 900 il metro e misura di tutta l’arte contemporanea; Andy Warhol (Filadelfia 1930 - New York 1987) scopre nella figlia Paloma la sua eredità più vera.
Ma il primo e il più profondo interprete di Picasso è stato Picasso stesso: spinto da un impulso vitale e creativo che non ha mai conosciuto soste, per tutta una vita Picasso ha riletto sé stesso, i propri stili e tecniche espressive, ha mutato, trasformato, mescolato, stravolto, negato e rifondato. Tra le oltre ottanta opere dell’autore -incisioni, illustrazioni, ceramiche e sculture- presentate nella pinacoteca Moretti, spicca per rilevanza storica l’acquaforte Pasto frugale, che segna nel 1904 l’inizio dell’effettiva attività incisoria di Picasso. Inesauribile fertilità creativa e grande abilità artigianale hanno fatto delle sue incisioni una delle più alte espressioni di tutto il Novecento: non più e non solo studi preparatori da tradurre in pittura, ma opere compiute e fini a se stesse, osservatorio privilegiato sul suo infinito lavoro di ricerca formale e di rielaborazione di stili e temi passati. "

ex Chiesa di S. Agostino, Pinacoteca Comunale Marco Moretti, Civitanova Marche Alta (MC)
Orario: luglio e agosto 18 - 23; settembre e ottobre 17-20. Chiuso Lunedì
Biglietto intero 3 €, ridotto 2 €, gratuito minori 14 anni
Catalogo a c. di Renato Barilli , edizioni Gabriele Mazzotta
Info: tel. 0733 892650 - 0733 891019 - info@pinacotecamoretti.it
pinacotecamoretti


Frase del giorno: "Ma che Shkiiiif!!!"
In stereo: Wee Bee Foolish - Watcha Need

sabato 22 luglio 2006

L'informazione spezzata

Mi consolo nel leggere parole che confermano alcune mie impressioni. Non tanto perché mi dicono che non sono l'unico a vederla in quel determinato modo ma perché mi trasmettono un po' di speranza nel sapere che c'è chi, come me, ha un briciolo di occhio critico e non prende tutto per oro colato.

Riporto dunque un articolo tratto da Articolo 21 che espone alcune impressioni sulla situazione italiana dell'Informazione. Credo sia impossibile non notare alcune (passatemi il termine) assonanze con l'Etica di Fiction Mediatica.

E' tutta vostra. Buona lettura.

Una linea di conflitto attraversa l’Italia. Ci sono giornalisti da una parte e giornalisti dall’altra, come nei Tre giorni del Condor. Il conflitto non è quello contro il terrorismo né quello in Iraq o in Afghanistan. E i legami di presunta lealtà e di presunta contrapposizione non si prestano a essere interpretati come pro americani o anti-americani. Per farlo bisognerebbe dire quali americani.

Infatti la spaccatura che sembra traversare l’Italia, e ci rimanda una immagine di faglia strana e misteriosa, si presta a una sola, fortissima analogia, quella con il giornalismo americano.
Il 5 luglio, lo stesso giorno in cui tutti abbiamo saputo dell’arresto di alti funzionari del Sismi e del pedinamento e delle intercettazioni dei due giornalisti di Repubblica D’Avanzo e Bonini, quel quotidiano ha pubblicato un articolo apparso il giorno prima sul New York Times, con la firma congiunta di due direttori (New York Times e Los Angeles Times).
In esso ci sono tre punti chiave. Il primo è: siamo rivali, ma ci unisce il dovere di non oscurare le notizie. Nessun governo può chiederci - o continuare a chiederci - di farlo.
Il secondo è la esemplare citazione del giudice della Corte Suprema statunitense Hugo Black che ha scritto, in difesa di giornalisti accusati di “tradimento” ai tempi del Vietnam: «La nostra Costituzione vieta che il governo censuri la stampa, affinché la stampa sia libera di censurare il governo».
Il terzo è una affermazione almeno altrettanto importante. Noi giornalisti non siamo i titolari di un potere speciale. Il potere risiede nei cittadini, che lo esercitano attraverso il diritto di essere informati.
Dunque i giornalisti che protestano quando si tenta di impedire o intimidire il loro lavoro, non stanno rivendicando l’autonomia di una corporazione e diritti professionali violati.
Rivendicare la libertà di stampa è un impegno sacrosanto. Ma il vero titolare di questo diritto, vale la pena di ripetere, sono i cittadini. È in difesa dei cittadini che vanno difesi i colleghi messi, a quanto pare, sotto una sorveglianza che non ha nulla di democratico.
I cittadini italiani sanno di essere testimoni di una situazione con molte facce, alcune delle quali sono false, molte versioni, alcune delle quali sono inventate, alcune tragedie (la pratica delle “rendition” o rapimenti di presunti nemici sottratti a qualunque garanzia giuridica del nostro mondo e del nostro tempo) e alcuni attori che, in questo film misterioso, forse hanno svolto due o più parti.
Alcuni giornalisti sembrano avere svolto la missione tipica della professione, informare, cercando ogni volta di saperne un po’ di più delle versioni ufficiali.
Altri giornalisti sembrano essersi attribuiti il compito di cancellare le tracce, ripulire le impronte e spostare altrove la narrazione, forse per depistaggio, forse per lealtà a un centro d’influenza diverso dal giornalismo (e dunque lontano dal dovere nei confronti dei cittadini che si fidano delle notizie ricevute). Forse per persuasione politica. È bene ricordare che la vicenda di cui stiamo parlando si ambienta ai nostri giorni, nel periodo di Berlusconi, quando anche le più formali dichiarazioni ufficiali erano false, e in cui è purtroppo naturale che la disinformazione si sia ambientata e sia stata praticata come espressione di lealtà a quel tipo di governo.
È bene ricordare che siamo nello stesso passato prossimo della vita italiana in cui nessuno (di governo) e nessuno (nel giornalismo di governo) ha voluto sapere niente della uccisione di Nicola Calipari.
È lo stesso strano periodo della storia italiana in cui per mesi nessuno si è interessato della sorte o del corpo di Baldoni, e ha dedicato sarcasmo e risate alla cattura prima, alla liberazione poi delle due Simone.
Sappiamo tutti che ai coni d’ombra e alle zone oscure della vita italiana, che sono state coltivate con cura, (anche giornalistica, apprendiamo ora) si aggiungono più vasti coni d’ombra e zone oscure della vita internazionale. Lo spaventoso danno del terrorismo è anche questo, avere disattivato e indebolito alcuni punti chiave della vita democratica, che sembrano essere restati sotto le immense macerie delle Torri gemelle, insieme a tante vite umane.
È importante perciò definire quali saranno - in questa brutta storia che ha il difetto di essere vera e di essere in pieno svolgimento in questi giorni, in queste ore, durante il governo dell’Ulivo - i punti di riferimento, le linee di comportamento, l’impegno verso i cittadini.
Primo, è in corso un procedimento giudiziario che non ammette tifoserie ma verso il quale non si devono tollerare screditamenti e calunnie. L’impegno è impedire che la magistratura e i giudici di questa indagine siano vilipesi o attaccati secondo la ormai consolidata prassi Berlusconi-Previti-Dell’Utri.
Secondo, non esistono servizi segreti buoni e servizi segreti cattivi. Esistono i servizi segreti di un Paese civile e democratico che rispondono al Governo, il quale risponde al Parlamento, il quale (almeno la sua nuova maggioranza) rappresenta i cittadini e ad essi rende conto. Tutto ciò che risulterà estraneo a questa sequenza di responsabilità e di regole, dimostrerà di non essere al servizio della Repubblica.
Terzo, i giornalisti hanno il diritto-dovere di svolgere secondo le libertà garantite dalla Costituzione il proprio impegno professionale.
Inevitabilmente alcuni di loro dovranno rendere conto, non ad assembramenti mediatici o a giudizi politici ma alla magistratura, della decisione di servire una causa piuttosto che di dedicarsi al mestiere di informare, decisione resa più grave, se vera, dall’essere occulta e coperta dalla tessera giornalistica.
Insomma niente è personale, niente è corporativo e niente è politico (nel senso partitico) in questa vicenda.
Una parte riguarda il governo e il far luce che ci aspettiamo. Una parte riguarda la magistratura, e il corso libero e intatto delle sue decisioni e delle sue indagini. Una parte riguarda il Parlamento, che non potrà sottrarsi alla richiesta di chiarezza e al dovere di rendiconto. E una parte riguarda i cittadini, che hanno il diritto di aspettarsi risposte di inequivocabile chiarezza e il diritto di credere alle fonti che il sistema democratico mette loro a disposizione. E tutto ciò senza sospensioni o tempi lunghi o anche involontarie.



Frase del giorno: "Sai esiste un grado di nome 90..."
In stereo: Pete Rock f. Pharoahe Monch - Just Do It

mercoledì 19 luglio 2006

Dal Romanticismo all’Informale

In questo periodo non ho voglia di sforzarmi a scrivere. Mi piacere scrivere sul blog se la cosa è naturale sennò preferisco starmene zitto e farmi gli affari miei.
Dopo l'impareggibile Magritte ecco che vi propongo un'altra mostra (giunta ormai agli sgoccioli).

S'intitola "Turner Monet Pollock. Dal Romanticismo all'Informale. Omaggio a Francesco Arcangeli."

Non svelo altro.

Qui il sito.


Frase del giorno: "Periperì!"
In stereo: Raekwon f. Ghost Face Killah & Method Man - Ice Cream

lunedì 10 luglio 2006

René Magritte a Como

Dal 25 marzo al 16 luglio 2006 nelle sale della settecentesca Villa Olmo si terrà la mostra RENÉ MAGRITTE.

Ottanta opere (sessanta dipinti a olio e venti tra disegni, oggetti, fotografie e lettere illustrate) del genio surrealista belga.

Quaranta lavori provengono dai Musées Royaux des Beaux Arts del Belgio, che conservano la collezione pubblica più importante al mondo di opere di Magritte, e che saranno visibili in Italia per l’ultima volta, prima della loro definitiva collocazione nel Museo Magritte di Bruxelles, nell’aprile 2007.

L’impero delle luci», organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Como in collaborazione con la Fondation Magritte di Bruxelles e i Musées Royaux des Beaux Arts del Belgio.

La rassegna, curata da Michel Draguet, direttore generale dei Musées Royaux des Beaux Arts del Belgio, Maria Lluïsa Borràs, storica dell'arte, e Sergio Gaddi, assessore alla cultura del Comune di Como, raccoglierà sessanta dipinti a olio ed una serie di lettere illustrate, fotografie, oggetti e disegni realizzati dal genio surrealista tra il 1922 e il 1967. Alle quaranta opere del Musées Royaux des Beaux Arts del Belgio, che conservano la collezione pubblica più importante al mondo di opere di Magritte,si aggiunge una straordinaria selezione di tele provenienti da prestigiose collezioni private internazionali.
Secondo Charly Herscovici, Presidente della Fondation René Magritte, la mostra di Villa Olmo rappresenterà “un evento nella storia delle esposizioni surrealiste in Italia”.

Come evidenzia l’Assessore alla Cultura del Comune di Como, Sergio Gaddi, che ha curato personalmente l’evento seguendolo in ogni dettaglio, “Magritte a Como è un ‘progetto culturale integrato’, aperto alla letteratura, alla poesia, al teatro. Negli ultimi 25 anni è stato possibile vedere il maestro del surrealismo in Italia solo due volte.
La grande mostra di Como è il frutto di relazioni strettissime con la comunità scientifica internazionale. La cultura, sulla quale stiamo puntando con decisione, è l’identità stessa del nostro Paese oltre che il motore della nuova economia urbana”.



Fonte: WS&TR


Frase del giorno: "VAI OHHH!!!!!"
In stereo: Scott Storch - Get It All

venerdì 9 giugno 2006

X Generation

Lo scopo di questa missiva è quello di rendere giustizia ad una generazione,
quella di noi nati a cavallo tra anni 70 ed 80 (anno più, anno meno),
quelli che vedono la casa acquistata allora dai nostri genitori valere
oggi 20 o 30 volte tanto, e che pagheranno la propria fino ai 50 anni.

Noi non abbiamo fatto la Guerra, né abbiamo visto lo sbarco sulla luna,
non abbiamo vissuto gli anni di piombo, né abbiamo votato il referendum
per l'aborto e la nostra memoria storica comincia coi Mondiali di Italia '90.

Per non aver vissuto direttamente il '68 ci dicono che non abbiamo
ideali, mentre ne sappiamo di politica più di quanto credono e più di
quanto sapranno mai i nostri fratelli minori e discendenti. Babbo
Natale non sempre ci portava ciò che chiedevamo, però ci sentivamo
dire, e lo sentiamo ancora, che abbiamo avuto tutto, nonostante quelli
che sono venuti dopo di noi sì che hanno avuto tutto, e nessuno glielo dice.

Siamo l'ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a
saltare la corda, a giocare a lupo, a un-due-tre-stella, e allo stesso
tempo i primi ad aver giocato coi videogiochi, ad essere andati ai parchi
di divertimento o aver visto i cartoni animati a colori.

Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante e
con la cucitura storta; la nostra prima tuta è stata blu con bande bianche
sulle maniche e le nostre prime scarpe da ginnastica di marca le
abbiamo avute dopo i 10 anni.

Andavamo a scuola quando il 31 ottobre era la vigilia dei Santi e non Halloween,
quando ancora si veniva bocciati, siamo stati gli ultimi a fare la
Maturità e i pionieri del 3+2.

Siamo stati etichettati come Generazione X e abbiamo dovuto sorbirci
Sentieri e i Visitors, Twin Peaks e Beverly Hills (ti piacquero allora,
vai a rivederli adesso, vedrai che delusione). Abbiamo pianto per Candy-Candy,
ci siamo innamorate dei fratelli di Georgie, abbiamo riso con Spank,
ballato con Heather Parisi, cantato con Cristina D'Avena e imparato
la mitologia greca con Pollon. Siamo una generazione che ha visto
Maradona fare campagne contro la droga.

Siamo i primi ad essere entrati nel mondo del lavoro come Co.Co.Co. e
quelli per cui non gli costa niente licenziarci. Ci ricordano sempre fatti
accaduti prima che nascessimo, come se non avessimo vissuto nessun
avvenimento storico.

Abbiamo imparato che cos'è il terrorismo, abbiamo visto cadere il muro di
Berlino, e Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella
Stanza Ovale; siamo state le più giovani vittime di Cernobyl; quelli della
nostra generazione l'hanno fatta la guerra (Kosovo, Afghanistan, Iraq, ecc.);
abbiamo gridato NO NATO, fuori le basi dall'Italia, senza sapere
molto bene cosa significasse, per poi capirlo di colpo un 11 di settembre.

Abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque
altro, abbiamo giocato a Pac-Man, odiamo Bill Gates e credevamo che
internet sarebbe stato un mondo libero.

Siamo la generazione di Bim Bum Bam, di Clementina-e-il-Piccolo-Mugnaio-Bianco
e del Drive-in.

Siamo la generazione che andò al cinema a vedere i film di Bud Spencer e Terence Hill. Quelli cresciuti ascoltando gli Europe e Nik Kamen, e gli ultimi a usare dei gettoni del telefono.
Ci siamo emozionati con Superman, ET o Alla Ricerca dell'Arca Perduta.

Bevevamo il Billy e mangiavamo le Big Bubble, ma neanche le Hubba Bubba
erano male; al supermercato le cassiere ci davano le caramelline di
zucchero come resto. Siamo la generazione di Crystal Ball ("con Crystal Ball ci puoi giocare"), delle sorprese del Mulino Bianco, dei mattoncini Lego a forma di mattoncino,
dei Puffi, i Voltrons, Magnum P.I., Holly e Benji, Mimì Ayuara,
l'Incredibile Hulk, Poochie, Yattaman, Iridella, He-Man, Lamù, Creamy, Kiss Me Licia, i Barbapapà, i Mini-Pony, le Micro-Machine, Big Jim e la casa di Barbie di cartone ma con
l'ascensore.

La generazione che ancora si chiede se Mila e Shiro alla fine vanno insieme.

La generazione che non ricorda l'Italia Mondiale ‘82, e che ci viene un riso smorzato
quando ci vogliono dare a bere che l'Italia di quest'anno è la favorita.

L'ultima generazione a vedere il proprio padre caricare il portapacchi
della macchina all'inverosimile per andare in vacanza 15 giorni.

L'ultima generazione degli spinelli. Guardandoci indietro è difficile credere che
siamo ancora vivi: viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e
senza air-bag; facevamo viaggi di 10-12 ore e non soffrivamo di sindrome da
classe turista.

No avevamo porte con protezioni, armadi o flaconi di medicinali con chiusure
a prova di bambino. Andavamo in bicicletta senza casco né protezioni per le
ginocchia o i gomiti. Le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco
delle penitenze era bestiale.

Non c'erano i cellulari. Andavamo a scuola carichi di libri e quaderni,
tutti infilati in una cartella che raramente aveva gli spallacci imbottiti, e tanto meno le rotelle!!

Mangiavamo dolci e bevevamo bibite, ma non eravamo obesi.
Al limite uno era grasso e fine. Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere e
nessuno si è mai infettato. Ci trasmettevamo solo i pidocchi a scuola,
cosa che le nostre madri sistemavamo lavandoci la testa con l'aceto.

Non avevamo Playstation, Nintendo 64, videogiochi, 99 canali televisivi,
dolby-surround, cellulari, computer e Internet, però ce la spassavamo
tirandoci gavettoni e rotolandoci per terra tirando su di tutto;
bevevamo l'acqua direttamente dalle fontane dei parchi, acqua non imbottigliata,
che bevono anche i cani! E le ragazze si intortavano inseguendole per
toccar loro il sedere e giocando al gioco della bottiglia o a quello della verità,
non in una chat dicendo :) :D :P Abbiamo avuto libertà, fallimenti,
successi e responsabilità e abbiamo imparato a crescere con tutto ciò.

Tu sei uno di nostri? Congratulazioni!



PS: la presente è una mail che circola in questo periodo in rete, non è farina del mio sacco. Se qualcuno dovesse sentirsi offeso contatti il fautore...non me. Grazie



Frase del giorno: "Andiamo a parcheggià così poi andiamo a mangià."
In stereo: Bisca - Paura

martedì 6 giugno 2006

The Main Event

[evidence] (defari)
Uh-hum (ah yeah)
(killin niggas, what)
Dilated, we rock, cmon

Hurry hurry and step right up [erick sermon]
Hurry hurry and step right up
And ima tear shit up [rakim]
[defari] the greatest show on earth...

[evidence]
You better step up, you lookin kinda lost
Claimin two ghetto streets that dont even cross
If you didnt know, Im a true arti-st
Who drops gems like on the run from police
Alias evidence, intensified when live
I understand pace, I understand strive
The only thing worse than lose your title, have it stolen
I treat beats like video games that Im controllin
My knots get blown at vinyl spots
Wise investment, create tracks that triple my stacks
Most kids got wack songs but hi-tech videos (fresh!)
They know that aint right, thats why the screens turn left
Flow goes backward please, evidence here to seize
All assets, bout to bounce from bmi to ascap
And ask them cats if them checks aint paid
Fuck the rain, evidence I spray raid on your parade

[chorus]
Hurry hurry and step right up
And ima tear shit up
Hurry hurry and step right up
The greatest show on earth is evidence
Hurry hurry and step right up
And ima tear shit up
Hurry hurry and step right up
The greatest show on earth is evidence

[evidence]
Evs solution will mold to different forms
I be a double-edged sword, I be thorns
Or I transform to horns on the cattlefield
Im always open like norms, equipped wit battle skills
Two times I mold to the shape of a pentagon
Dilated times five is ill, ring the intercom
Evidence or iristyle, got your file, run
Global detonation is my shape of drums
Under the sun nothin changes
Dedicated beats and lyric pages
Dilated peoples, all ages
Suckas dressin flashy, thinkin then can you defeat us
Nah, take em out, wash your nike wit adidas
Hurry hurry and step right up
We got defari in the house no doubt [krs-one]
My mind is like an icon, focusin on shows that Ive wrecked
My fast shudder speeds will freeze the movin objects

Chorus
*change last line to pull up a chair word up*


Frase del giorno: "Dalla sua camera uscivano due ragazzi e il marito stava di sotto a tirare con l'arco."
In stereo: Killah Priest - One Step

venerdì 2 giugno 2006

Auguri ITALIA



"Hai perso nonostante le tue televisioni, i tuoi soldi, le tue bugie e adesso dicci chi è..."



Frase del giorno: "Applausi per Fibra"
In stereo: Nine - Every Man 4 Himself

domenica 28 maggio 2006

Premio Vip

Mi è capitata tra le mani una mail in cui si confrontavano le somiglianze di personaggi famosi con altrettanti personaggi famosi, allorché non ho resistito a scrivere queste righe. Normalmente mail del genere vengono cestinate immediatamente ma questa si è salvata proprio per l'affinità con "Premio Vip". Addirittura si confrontano vip con vip e proprio questa particolarità ha fatto sì che il mouse non finisse su Erase Message.

Ma che cos'è Premio Vip??

Qualche anno fa Io e Rosso (non son più carabiniere!), in una indimenticabile gita a Roma, inventammo per gioco una specie di gioco che non è un gioco ma diverte come un gioco.
E' un misto tra una dicerira e uno scherzo; c'è del vero e del falso; si mescola oggettività a soggettività; serietà e ilarità; senso fisionomico e riconduzione somatica..in una sola parola Premio Vip!

Premio Vip è Open Source e Free Ware, chiunque può liberamente e gratuitamente assegnare un Premio Vip a qualcun'altro purchè rispetti le poche e semplici regole. Se incontrate una persona che, in misura rilevante, somigli ad un personaggio famoso potete liberamente attribuirgli il Premio Vip.
Non c'è giuria, non c'è trucco nè inganno, non c'è vincitore nè vinto, è gratis e fa bene alla salute perché fa ridere.

Con il passare del tempo ed i ripetuti viaggi capitolini fatti assieme, la lista dei Premi Vip ha raggiunto cifre impensabili. Ricordo chiaramente i primi Premi Vip: George Weah, famoso attaccante del Milan, Saddam Hussein arcinoto dittatore Iraqeno, Mister T aka P Baracus, il nero ingioiellato d'oro degli A-Team e così via...

Finite le superiori Io e Rosso abbiamo preso strade diverse. Io ho intrapreso l'università, Lui è entrato nei Carabinieri. Nonostante tutto Premio Vip è ancora vivo e le rare volte che ci si sente ci si aggiorna sui Premi Vip incontrati.

Quante risate!

Oggi anche altre persone hanno conosciuto questa realtà e la tramandano tutt'ora grazie alle semplici e intuitive regole di fondo.
Tutti possono essere Premio Vip e senza dubbio c'è un Premio Vip in ognuno di noi.










Tosatti è l'allenatore Azai Marlon Brando è Benito Mussolini
Moggi è Mr. Burns Lippi è Geoff Hurst



Frase del giorno: "I miei hobbies sono fustigazione e cilicio"
In stereo: Ice cube f. Uncle Wilson - Bop Gun

sabato 27 maggio 2006

Metasensi

Alcune cose si possono capire solo vivendole.

Si viaggia chissà dove per rincorrere una passione che spinge a compiere gesta produttrici di esperienze anonime per la moltitudine sociale, ma dannatamente cariche di NOME per chi le porta a termine.
Spesso non si sa cosa ci si aspetta, come andrà a finire, se si arriverà, se si tornerà con qualcosa o a mani vuote.
Spesso non si sa se si tornerà.

All'Irish Pub si parla di passioni, di gente, di dolori, di gioie, di momenti, di tutto e di nulla. Si ammazza il tempo nell'attesa di mettersi all'opera. Il conto da pagare è salato e se la Provvidenza mista alla Fortuna e all'Astuzia saranno favorevoli dei NOMI verranno alla luce...questa notte.

E' ora, anche se è presto. L'attesa è stata lunga e l'adrenalina comincia a fare effetto.
Lo stomaco diventa leggero e le fastidiose farfalline ci svolazzano dentro liberamente, portando un sottile formicolio alle pareti dell'organo digestivo.
I muscoli si scaldano e le mani cominciano, poco a poco, a sudare.
La mente si sforza restando ferma ma vigile. I sensi rimangono 5 ma si elevano alla seconda...
La vista si espande; viaggia su due piani: personale e spaziale. Uno serve per lavorare, l'altro per poterlo raccontare...
L'udito è ipersensibile e capta ogni cosa.
Il tatto è un tutt'uno con lo strumento che farà partorire la creatura.
Gusto e olfatto si drogano di veleni straconosciuti che penetrano nel corpo adrenalinico scontrandosi selvaggiamente con la parte sinistra del cervello e mescolandosi pacificamente con la destra.

Tutto è amplificato. Tutto è contro di te. Sei da solo e nessuno ti è amico in quel momento...neanche i tuoi amici! Se credi in questo sei spacciato!!
Nulla deve sfuggire al controllo.
Tutto deve essere fatto al massimo delle capcità ma senza perdere la ragione, le percezione dello spazio e del tempo.
Sangue freddo e riflessi scompaiono come infami lasciandoti in preda all'istinto di sopravvivenza presente in tutti gli esseri viventi...non contare su di loro se non ne sei padrone.
E' l'istinto l'unica vera arma che ti resta...ma attenzione a non abusarne perché quello che potrebbe salvarti potrebbe anche farti abortire. Il lavoro va terminato ad ogni costo. E' per questo che si è giunti fin qua!

Ok. L'avventura è finita.
La stanchezza si fionda pesante sulle membra esauste come un carico di ghisa sulle spalle, sugli occhi, sulle orecchie. La bocca è acidula e impastata, la gola secca. La saliva poca e amara. Il petto duole e i veleni respirati fanno festa tra gli alveoli.

Un nuovo NOME è nato e tutto questo lo sai solo tu.


Frase del giorno: "Maya era la vita di Dasa, la sua giovinezza, la sua dolce felicità, la sua amara sventura, maya era la bella Pravati, maya era l'amore e il piacere, maya era tutta la vita. La vita di Dasa e di tutti, secondo il vecchio yoghin, era maya, qualcosa come una fanciullaggine, uno spettacolo, un teatro, una fantasia, un nulla rivestito di colori, una bolla di sapone, una cosa che poteva sucitare l'ilarità e ad un tempo il disprezzo, ma in nessun caso si poteva prendere sul serio." Herman Hesse
In stereo: Chali 2 Na - Comin Thru

venerdì 19 maggio 2006

Riflessioni Serie - atto 1

Ogni tanto mi fermo a pensare a certe cose.
Ieri mentre ero in macchina con Marianna, sulla via del ritorno pensavo che la vita è davvero breve.

Al di là del fatto che si può morire da un momento all'altro, riflettevo sulla percezione che abbiamo noi umani del Tempo.
Il tempo ci sembra sempre infinito.

Immortale.

Si in un certo senso, secondo certe logiche ed in base a determinate ragioni scientifiche è così. Però pensavo a quanto il tempo scorre veloce ed a quanto noi umani non ce ne rendiamo conto.
Meglio ancora. Finché non facciamo niente di impegnativo il tempo a disposizione ci sembra ETERNO. Cavolo quanto vorrei che fosse così. Ci accorgiamo invece che, non appena siamo presi dalle nostre faccende, tutto si riduce, tutto si minimizza e la prima cosa a fare ciò è proprio il tempo!

Mio padre ha 56 anni e, dopo 30 anni di lavoro, da quest'anno è andato in pensione.
Io ho 23 anni e ponendo per assurdo che le condizioni assolute restassero le stesse e se la matematica non è opinabile, tra 30 anni potrei essere nelle stesse condizioni attuali di mio padre.
Ora penso che 23 anni siano volati in un modo E.S.A.G.E.R.A.T.O.! Troppo breve. Troppo poco!! Se penso anche che più si invecchia e più il tempo vola (dicono!)...stiam freschi!!

Ora decido il mio futuro e quello di chi mi sta accanto. Devo farlo ora perché il futuro non è domani, è oggi......e a volte è ieri (purtroppo)...

Detto questo pensavo a tutti quelli che esclamano: "EEEEEH MA C'E' TEMPO!!!"



Poveri illusi.



Frase del giorno: "Eeehhhhh, paga da beeereeehhhh"In stereo: Dilated Peoples - Right&Exact

mercoledì 17 maggio 2006

Polli Infetti

Ho notato con cusriosità che le visite di oggi (ore 19.08 ndr) sono per il 50% provenienti da Google con la dicitura "video attacco al pentagono".

Da una parte la cosa mi fa amaramente sorridere e mi fa pensare a tutto il pollame che becca alle favolette del tg spacciate per scoop.

Già mi immagino il pesarese medio (PM): "Oh tio bò, t'ha vist malè in america c'macèl!"
amico medio (AM): "No! Co c'è?"
PM: "Com?? En t'arcord quand do aeri s'en schiantedi a niuiork! 'N altre le git tel pentagono e 'n altre ancor le caschet t'un foss in Alabama..."
AM: "Davere?? Ma n'era in Pennsylvania?"
PM: "Ah già t'ha ragiòn! Sol che chiatre malè, i cos....cum s' chiemne...I noglobal(!!!) han dett' ch'en era ver nient e ch'era stet un mìssil d'la mareina a gì n'tel pentagono!
AM: "Cass je tott drughet'! Git a lavrè valà!!"

Dall'altra mi rincuora sapere che la cosa è arrivata a tale livello mediatico. L'emozione però si tramuta immediatamente in rancore perché la Vera Notizia, il Vero Scoop, il Vero Evento è che i media hanno spacciato l'episodio per una notizia e nessuno si è sentito offeso per questo fatto, attirando l'attenzione di tutti i polli infetti dal Morbo di DonkeyTM conosciuto anche come Sindrome della Marionetta (su questo argomento farò un post prima possibile).

I tg hanno mostrato a milioni di persone un filmato di pochi frames. I giornali hanno fatto articoli e solo così "Loose Change e affini" hanno acquistato norotietà ed interesse. Fino ad allora era tutto oblio.
Ma, ovviamente, i nostri media dell'informazione si sono ben guardati dal dire, mostrare, analizzare insomma INFORMARE l'utente che paga il canone, compra il giornale e spende nell'ADSL, anzi hanno spiattellato il fatto così come appare giustificando il tutto con due righe e pochi commenti sulla scarsa qualità e sulla riservatezza delle informazioni.

Bene.
Personalmente, da questo momento, prendo atto che, la definizione di informazione è liberamente bypassabile da coloro che DEVONO (e NON dovrebbero) PEDISSEQUAMENTE fornire.
Questa cosa è, da Mercoledì 17 Maggio 2006 un dato insidacabilmente di fatto e prendo atto del fatto che molti non se ne siano minimamente resi conto.

Forza italiani. Continuate così!



"Il pollame ha abboccato.
Un'altra Fiction è pronta per il palinsesto dei polli.
Missione compiuta.

Firmato F.M."




Frase del giorno: "Io gongolo ma tu smandiboli."
In stereo: Public Enemy - Miuzi Weighs A Ton

lunedì 15 maggio 2006

Petizione Tassa Ricarica Cellulare

In queste ore la petizione ha quasi raggiunto quota 200 mila firme, un risultato che solleva grande attenzione e che è destinato a regalare ancora maggiore visibilità ad una battaglia che sta acquisendo spessore sulla rete giorno dopo giorno.

Andrea d'Ambra, che ha lanciato la petizione, ha annunciato la nascita di un sito dedicato,
aboliamoli.eu, sul quale oltre ai link per raggiungere la petizione sono segnalate una serie di altre informazioni, dai costi di ricarica imposti dagli operatori mobili italiani all'andamento "mediatico" e "politico" dell'iniziativa.

Il quorum iniziale fissato perché la Petizione venisse ufficialmente trasmessa alle autorità di controllo europee era di 50 mila firme, un traguardo superato di gran lunga : la raccolta continuerà, spiega lo stesso d'Ambra, fino a quando il numero delle nuove firme in arrivo inizierà a subire un calo, "per non perdere e lasciar cadere nel nulla - spiega il promotore dell'iniziativa - le firme che ancora stanno arrivando a migliaia".

La petizione, che ha peraltro già incassato l'interessamento della Commissione Europea, fino a questo momento non ha ricevuto il sostegno delle associazioni dei consumatori. Dagli operatori mobili italiani e dall'Autorità TLC, peraltro, non sono fin qui pervenuti commenti di sorta all'iniziativa che sta assumendo dimensioni del tutto clamorose.

Tra gli elementi che convincono di meno gli utenti alle prese con i costi di ricarica, è il fatto che questi "scombinano" le tariffe pagate per il traffico telefonico. Se acquistando 25 euro di traffico telefonico in realtà se ne pagano 30 perché 5 euro sono costo di ricarica, allora anche il prezzo delle chiamate cambia per l'utente: ciò significa che il profilo tariffario adottato, pubblicizzato dagli operatori, nei fatti non corrisponde alla realtà della spesa effettuata .



Fonte: Punto-informatico

Beh cos'altro aggiungere..firmate e incrociate le dita.


Frase del giorno: "Signore, aiutami a riconoscere quando ho torto e ad essere più sopportabile quando ho ragione."
In stereo: Mos Def - Speed Low

domenica 7 maggio 2006

Loose Change - 9/11 Documentary

"Loose Change è sicuramente il film più completo ed interessante uscito fino ad oggi sull'undici settembre. L'autore è Dylan Avery, un ragazzo poco più che ventenne, che due anni fa si è messo a raccogliere e studiare l'immensa mole di materiale esistente in rete, e ne ha fatto, insieme al suo amico Korey Rowe - fresco reduce delle guerre in Afghanistan e Iraq - un lavoro che è stato già visto, tramite Google Video, da oltre due milioni di persone nel mondo.

Oggi Loose Change arriva anche in Italia con sottotitoli in italiano.

Per chiunque si interessi alla questione dell'undici settembre, e al suo dibattito che non accenna a placarsi, questo è un film assolutamente indispensabile da conoscere."


Ho visto il documentario e posso dire che di tutti quelli diffusi da Arcoiris, questo è sicuramente il migliore in termini di quantità e qualità dei contenuti.
Oltre alle già note indagini relative agli schianti dei voli sul WTC e sul Pentagono ed al crollo pilotato delle Torri, che come ben sapete sono state fatte secondo piani ideati dallo stesso governo Bush, il documentario fornisce una completa ed esauriente indagine sulle dichiarazioni e sui documenti precedenti l'attentato, dimostra in modo chiaro come molte prove vengono tutt'ora occultate dal governo, esplica ottimamente i dati e le relative teorie della menzogna montate in pessimo modo dalle autorità federali, smaschera le ipotesi e le tesi costruite ad hoc da complici politici, e non.

Semplicmente spettacolare è la parte dedicata alle scatole nere degli aerei che non furono mai ritrovate. Le scatole nere sono costituite dai metalli più resistenti dell'intero pianeta e non si è mai verificato alcun caso in cui questi dispositivi venissero distrutti. Il governo americano sostiene il contrario.
Curioso però è il fatto che una comunissima carta d'identità di uno dei dirottatori è stata magicamente ritrovata...AHAHAHAHAHAHAH

Buona la rubrica sul volo fantasma della Pennsylvania. Fantasma nel senso che il volo non si è mai schiantato ma è atterrato tranquillamente a Cleveland (??).

Interessante poi il discorso delle registrazioni telefoniche fatte pochi prima degli attentati...Beh, credeteci o no, anche qui sono stati ingaggiati attori e manipolate voci attraverso campionature digitali...roba da film.

Peccato sia tutto vero.

Il documentario è piuttosto esaustivo ma a distanza di 4 anni e mezzo si sta ancora lavorando per far emergere la Verità. Molte domande infatti, rimangono tutt'ora orfane di risposta.

Sono davvero curioso di vedere e leggere con i miei stessi occhi le versioni dei suddetti episodi, sui libri di storia, per contare quanti dicono i fatti accaduti nel modo tradizionale e quanti riportano gli eventi in modo tendenzialmente veritiero...

Staremo a vedere.

Argomenti correlati: 9/11 Attacco al Pentagono World Trade Center 11 Settembre 2001

Frase del giorno: "Tanti auguri Mamma!"
In stereo: Camp Lo - Uptown saturday night

sabato 6 maggio 2006

Fulmini a ciel sereno

Ci lamentiamo di questo e quell'altro, facendo capricci come bimbi viziati e scalpitando come gazzelle neonate ma quando il fulmine squarcia il cielo sereno tutto si ferma portando alla mente solo quella persona, le sue parole, il suo viso, le sue battute, la sua vita...che non c'è più.
Si entra in una nuova dimensione che comincia con il cattivo presagio, poi la notizia ti entra nello stomaco come un uncino caldo. Le parole arrivano prima al cervello che blocca tutti i sensi lasciandoti impietrito ed incredulo e solo dopo arrivano al cuore che per una percepile frazione cessa il suo incessante ritmo.

Il mio credo mi ha insegnato che questa è la Sua volontà, il Suo progetto, il Suo disegno. Che va colto con canti di gioia e giorni di festa perché non si è più carne ma Spirito. Non si è più uomini ma Angeli.
La ragione terrena non può niente contro questa logica umanamente illogica. Cozza come un'auto contro il muro...come la tua auto, Elvira.

Ora sei lassù insieme al tuo compagno.

Qua ci hai lasciati tutti basiti, facendo svanire sogni e progetti con la rapidità di un filo d'erba tranciato dalla falce.
Ti siamo vicini Francy. Sempre.
Tu non mollare!


Frase del giorno: "Sia fatta la Tua volontà, come in Cielo, così in Terra"
In stereo:

giovedì 27 aprile 2006

Sky's the limit

Sky's the limit cantava il buon vecchio Biaigì.

Beh dopo questa storiella mi è impossibile biasimarlo.

Dovete sapere che circa un anno e mezzo fa, la mia famiglia era uno dei tanti clienti di SKY, la compagnia multimediale che tutti conoscete.
Il Pay per View non è mai stato visto di buon occhio dai miei genitori, ma al tempo di Tele+ le offerte si fecero interessanti e, un po' per curiosità un po' per novità, ci decidemmo di acquistare il pacchetto televisivo.
Tutto funzionava, POI, arrivò sky!!!

I disturbi cominciarono praticamente da subito. Immagini sbiadite, pixelate, distorte, insomma i classici problemi riconducibili al passaggio/cambiamento/trasferimento di segnale. Così dicevano.
Le cose non migliorarono.
I canali "pay" da disturbati diventarono censurati. In pratica pagavamo ma nulla si vedeva fuorché i canali "free" tipo Telesardegna, Al Jazeera, Polska TV e Ha Noi Channel.
La faccenda degenerò.
Un giorno i canali diventarono tutti neri. Non si vedeva più nulla, in compenso si sentivano i canali radio. Ovviamente Radio Sardegna, Radio Al Jazeera, Radio Polska e Radio Tokyo.

Le provammo tutte.
Vennero tecnici, antennisti, elettricisti, elettrotecnici a sostituire cavi, parabole, fili conduttori, prese, smart card...Nulla da fare. Anche l'assistenza sky si rivelò del tutto vana, in quanto, ci fecero chiamare il numero verde per poi chiamare il centralino specifico, per poi farsi passare il responsabile di servizio che ci rimandò al centralino, in un continuum di forniture di codici, cifre, sigle che rendevano la cosa non solo prolissa e caotica ma anche snervante.

Pseudoconclusione.
A sky risulta tutto ok. Il problema sta nella nostra parabola. La voce della addetta la call center ci assicura che nel giro di pochi giorni avremmo rivisto tutti i canali.

Continuammo a pagare, i giorni passarono ma nulla cambiò.
Chiamammo sky tre o quattro volte, per ribadire lo stesso problema e, dopo la consueta trafila di telefonate, codici di attivazione e bla bla bla le risposte furono sempre le stesse. Ci scusiamo per l'inconveniente ma a noi, il vostro canone, risulta attivato.

AJ CRED! PAGHIAMO!!!!!!

Passarono i mesi.
Mio padre prese carta e penna e scrisse una distinta lettera di recessione contrattuale. Pochi giorni dopo, arrivò la risposta beffarda di sky. Siamo spiacenti ma la recessione non può verificarsi senza il preavviso.

!?!?!?!?!?!?!?!?!?

Mio padre, che in pazienza, buon senso e ragionevolezza è secondo solo a Dio, prese la cornetta e chiamò sky.
Vi giuro che dovette arrivare alle minacce di azioni legali per far sì che il contratto venisse sciolto.
Il contratto si sciolse.

Passò del tempo e salvo le sparute ed innegabilmente coraggiose telefonate di proposta di riattivazione del servizio, le cose fluirono tranquille, POI, successe l'ineccepibile!!

Una lettera skyana arrivò al nostro indirizzo recitando: "Con la presente siamo spiacenti di informarvi che il Sig. XXXXXX XXXXXX, in violazione dell'art. 4 del "contratto sky" dovrà pagare 5,00 euro al giorno per un totale di 150,00 euro di mora, causa la mancata restituzione del materiale posto in usufrutto."
Secondo il contratto infatti, il materiale (parabola, smartcard e telecomando) sarebbe dovuto essere restituito entro 3 mesi dalla disdetta del contratto, PREVIO avviso di sky.
Quell'avviso non arrivò mai, al contrario dei solleciti di pagamento del canone mensile. Come se non bastasse, NELLA STESSA LETTERA si invitava l'intera famiglia a tornare clienti sky!

Ipotesi.
Sono tutti pazzi.

Mio padre, si recò al punto vendita sky più vicino per riconsegnare il materiale. Da li fu mandato allo sky services, ovvero un comune negozio che vende solo prodotti sky. Spiegato il problema al titolare si passò alle solite procedure. Nome, Cognome, Indirizzo, N° di Carta Servizi, Codice di attivazione, ... Noi possiamo ritirare solo la smart card, non il decoder.
Mio padre: Ok. Intanto ritirate almeno questo.
Titolare: Mi serve la sigla identificativa.
Mio padre: Si, XXXXXXXXXX.
Titolare: Ah! Qui mi dice che non siamo autorizzati a ritirare neanche la smartcard.
Mio padre: Ma un secondo fa mi ha detto di si.
Titolare: Mi spiace ma noi dipendiamo da sky center che ci fornisce i dati in via telematica e senza il loro ok non possiamo accedere. Dovrebbe rivolgersi a sky.
Mio padre: Siete voi sky!
Titolare: Si ma dovrebbe parlare direttamente con loro.
Mio padre: Bene mi dia il numero.

Centralinista: Sky center buongiorno, sono Valentina (nome fittizio) posso esserle utile?
Mio padre: Ho questo problema, bla bla bla bla bla...
Centralinista: Dovrebbe recarsi in un altro sky services.

Signore e signori, a tutto c'è un limite. Sky è il limite e credo l'abbia superato.
Mio padre diventò di un colore indecifrabile e nello stesso sky services, di fronte ai clienti che nel frattempo erano entrati per lo stesso identico problema, si infuriò come poche volte ebbi visto, e vi assicuro che non c'è peggior cattivo di un buono che diventa cattivo.

Mio padre con voce mutata dalla rabbia: Signorina, mi stia a sentire. Si alzi, vada dai suoi capi e gli riferisca queste parole. Siete degli imbroglioni vigliacchi. Mi fate perdere tempo, soldi e salute per i vostri capricci infondati. Se non ritirate subito il materiale agirò in via legale per 4 motivi:

1) Mi state chiedendo dei soldi per una violazione che non ho commesso.
2) Ho pagato il canone per mesi senza vedere niente.
3) Vi ho custodito il Vostro materiale gratuitamente, assumendomi la responsabilità della custodia e del deposito.
4) State continuando ad importunarmi e a farmi perdere tempo, soldi e fatica che nessuno mi risarcirà.

Tesi.
Sky sta fallendo e tenta di raccimolare come peggio può anche i più miseri centesimi.

To Be Continue...


Frase del giorno: "Ma voi siete pazzi!!!"
In stereo: Notorious BIG f. 112 - Sky's The Limit

domenica 9 aprile 2006

The Meatrix II: Revolting

Nel precedente episodio l'Eletto era impegnato nella lotta contro le macchine. Ora dovrà fare i conti con una stuola di agenti cattivi che sfruttano il bestiame in allevamenti intensivi...


Frase del giorno: "Cerca qualcuno da rendere felice e la felicità troverà te".
In stereo: Nas - NY State of Mind

venerdì 7 aprile 2006

Who Won?

Spreco solo alcune considerazioni sul futuro del nostro paese.

Ho seguito con discreto interesse tutta la “boba” che è stata fatta in questa campagna elettorale. I due schieramenti si contendono il governo dell’Italia, paese dei balocchi e degli Italiani, popolo in via di estinzione.
Perché devono farlo? Ovviamente la risposta è il tornaconto.

Mi ha incuriosito sia l’atteggiamento del leader dell’Unione sia quello del leader della Casa delle Libertà. Il primo pacato, serio, attento ma anche un po’ impacciato. Il secondo meticoloso nell’esposizione di cifre, presuntuoso nelle risposte, arrogante nelle frecciate rivolte all’avversario politico.

Ed è proprio il secondo individuo che mi ha turbato. Non perché i miei ideali non coincidano con i suoi e neanche perché ho visto il film di Moretti, ma semplicemente perché, quell’uomo ci prende tutti (o quasi) per il culo.

Come accennai nel post de “L’incudine” l’attuale Premier:
- Non risponde direttamente alla questione delle domande.
- Per farlo, sempre se lo fa, parte puntualmente dall’intercalare “perché la sinistra…, perché i comunisti”…
- Stravolge totalmente la realtà dei fatti. Chiunque si accorge che l’Italia è in crisi, chi non lo vede o ha il prosciutto sugli occhi o è davvero un “coglione”.
- Insulta sia gli avversari politici, sia coloro che sostengono i suoi avversari politici.
- Concede battute disprezzanti verso autorità estere con le quali si potrebbero instaurare rapporti di proficuo scambio, per il semplice fatto che “sono comunisti”.
- Ripete fino alla nausea gli stessi preconcetti aggrappandosi vistosamente al detto “Anche una falsità, a furia di ripetersi, diventa vera.”
- Fa leva sulla profonda ignoranza del popolo.

Proprio l’ultimo punto è, personalmente, quello su cui l’attuale Premier ha battuto di più. Riflettendo sul suo comportamento ho notato che le cifre esposte erano note solo a lui. L’italiano medio, infatti, al massimo conosce il pareggio di Juve-Arsenal di due giorni fa. Secondo le sue cifre le tasse si sono abbassate e l’occupazione è aumentata. Molto rapidamente: le tasse posso anche essersi lievemente abbassate (BOH?! Nessuno se n’è accorto!) ma i servizi primari (trasporti, sanità, istruzione) non sono di certo migliorati quindi tutto torna. L’occupazione è aumentata…beh certo, se prendi atto che grazie alla “flessibilità di mercato” della legge Biagi, le ditte speculano sul lavoro “assumendo” 4 persone, in un anno, a tempo determinato invece di 1 a tempo indeterminato, è ovvio che l’occupazione aumenta ma quelle 4 persone in base a cosa progettano la loro famiglia-casa-pensione? In base ad un contratto di 4 mesi???? Lasciamo perdere…

Il discorso ICI poi è stato delizioso.
Avete mai fatto un calcolo dell’ICI? Quanto credete di risparmiare senza l’ICI??? 20? 30? 50Euro?? Caspita, grazie silvio, senza l’ICI mi sento davvero sollevato!!
Ragazzi siamo seri. L’ICI è talmente irrisoria per una famiglia che abolirla significherebbe togliere gran parte del finanziamento comunale che eroga i diversi servizi fondamentali proprio sulla base di tale imposta. Se l’attuale Premier, vuole togliere l’ICI, deve anche garantire gli stessi servizi, sennò il giochino “- tasse per tutti” (che non ha funzionato) non funzionerà di nuovo.

Il discorso “chi vota a sinistra è un coglione”.
Che dire. Un italiano medio penserebbe: “Cavolo ma io mica sono coglione. Si dai votiamo silvio!”, oppure “Oh, silvio ha detto che chi vota a sinistra è un coglione. Perché? Boh!! Io non voglio essere mica un coglione perciò voto a lui!”…e così via.

Tornando al futuro del nostro paese.
Nell’ultima scena del film “Il caimano”, Moretti rappresenta quello che l’attuale Premier pensa potrebbe succedere al governo senza lui. Cioè empatizza quello che il Premier immagina che accadrà.

Lascio a voi il gusto di scoprirlo. Io mi ritiro in preghiera.


Frase del giorno: “Meglio una scelta sbagliata che una non scelta.”
In stereo: Notorius BIG f. Akon & Scarface – Hustler Story

lunedì 3 aprile 2006

9/11 Shok Trailer

"NEW YORK - Una anziana signora che era andata al cinema Amc Loews, sulla West Side di Manhattan, si è messa a piangere quando ha visto il trailer del film "United 93". "Non avete il diritto di imporci quelle immagini agghiaccianti dell'11 settembre", ha poi spiegato in lacrime a uno dei manager del multisala, Kevin Adjoha. "E' uno sbaglio, la gente non è pronta". E di fronte alla sua, e a tante altre proteste degli spettatori, il cinema ha deciso, in modo del tutto insolito, di sospendere la proiezione del trailer.
Firmato da Paul Greengrass, lo stesso regista di "Bloody Sunday" e di "The Bourne Supremacy", prodotto da Universal Pictures e StudioCanal, "United 93" sarà proiettato in prima mondiale il 25 aprile, in apertura del Tribeca Film Festival, la manifestazione cinematografica lanciata da Robert De Niro. Il 28 aprile il film uscirà in tutte le sale americane e il 10 per cento dell'incasso dei primi tre giorni sarà versato per il monumento che sorgerà a Somerset, in Pennsylvania, per ricordare il sacrificio di 40 passeggeri e uomini di equipaggio del volo della United Airlines.
Partito da Newark, uno dei tre aeroporti di New York, in direzione di San Francisco, l'aereo fu dirottato dai terroristi di Al Qaeda che volevano farlo schiantare sul Congresso di Washington. Ma l'azione dei kamikaze fu bloccata da un gruppo di eroici passeggeri che, avendo saputo degli analoghi attacchi contro le Torri gemelle e il Pentagono, decisero di reagire. Dopo una colluttazione nella cabina di pilotaggio, l'aereo cadde in un angolo verde e sperduto della Pennsylvania, uccidendo tutte le persone a bordo, ma senza causare altre vittime.
Il film di Greengrass racconta minuto per minuto quella storia drammatica: dal cielo sereno dell'11 settembre ai preparativi delle hostess, dall'imbarco frettoloso dei passeggeri, compresi i terroristi, al ritardo per i decollo, dalla notizia degli altri dirottamenti alla ribellione dei passeggeri contro i kamikaze di Osama Bin Laden. Tutti i familiari delle vittime hanno dato il loro benestare per il film, ringraziando anche il Tribeca Film Festival - come ha fatto Gordon Felt, il cui fratello Edward era a bordo del volo 93 - "per l'opera di sensibilizzazione". Ma la memoria dell'11 settembre è ancora così viva e dolorosa, specie a New York, da provocare reazioni emotive, incontrollabili: come la protesta contro il trailer di "United 93", che si può ancora vedere sul sito apple.com, ma non sugli schermi del Amc Loews.
Tutto lascia pensare che il film sarà un grande successo: del resto uno sceneggiato televisivo sullo stesso episodio, trasmesso a gennaio di quest'anno dalla rete A&E, ha registrato 5,9 milioni di spettatori, battendo ogni record del network. Ma questo non significa che la gente sia disposta a guardare le pubblicità senza farsi coinvolgere e senza protestare. E tutto quello che riguarda l'11 settembre è ancora motivo di polemiche e divisioni, come confermano i ritardi nei progetti di ricostruzione di Ground Zero."


Fonte: repubblica.it

Argomenti correlati: 9/11 attacco al Pentagono, WTC 11 Settembre 2001


Frase del giorno: "Lei è entrato in politica per non finire in galera". Il Caimano
In stereo: Ja Rule, Fat Joe, Jadakiss - New York New York

giovedì 30 marzo 2006

Raigama Achrige Rumesh Ku AKA Ganesh

"COMO. Un ragazzo di 19 anni è stato ridotto in fin di vita ieri pomeriggio su un marciapiede di Como, colpito alla testa da un vigile urbano. Il proiettile, sparato da una distanza di due-tre metri, ha trapassato il giovane dalla nuca alla fronte e si è perso sull'asfalto della strada provinciale che porta da Como a Lecco. Il giovane, dichiarato clinicamente morto - i medici dell'ospedale Sant'Anna di Como hanno avviato il conteggio alla rovescia per l'espianto degli organi alle 19 - è un immigrato di seconda generazione proveniente dallo Sri Lanka, Raigama Achrige Rumesh Ku. Non aveva precedenti penali. Fino a ieri notte Mariano Fadda, il magistrato che procede sulla morte di «Ganesh» - come lo chiamavano tutti nel quartiere in cui era cresciuto - procedeva nei confronti del vigile Marco Dainati, 39 anni, con l'accusa di lesioni personali gravissime, ipotesi di reato destinata a non mutare almeno fino a stamattina. Nel frattempo ha avuto il tempo di ricostruire l'operato della pattuglia di vigili, composta da tre agenti, assegnati al «nucleo investigativo» del corpo di polizia locale, una sorta di piccola squadra mobile che si dedica alla lotta contro le scritte e i graffiti spray.

E sarebbe stato proprio un «writer», già denunciato per danneggiamenti, individuato tra i quattro passeggeri dell'auto di Ganesh, ad aver provocato la curiosità della pattuglia, che un quarto d'ora prima delle 17 di ieri ha intimato l'alt alla Fiat Bravo del cingalese, a pochi metri da un semaforo. Due minuti dopo il giovane era sul marciapiede, agonizzante. Almeno tre i testimoni che hanno assistito alla tragedia: si tratta di due automobilisti di passaggio, immediatamente prelevati dai carabinieri, e di un agente della polizia, che stava facendo footing. E' stato proprio il poliziotto a immobilizzare e disarmare il vigile urbano che ha sparato. Sulle prime, probabilmente, non ha nemmeno capito che stavano operando agenti di polizia locale, perché il «nucleo anti-writer» agisce in borghese e su auto-civetta.

Il poliziotto ha deposto in procura per circa due ore: avrebbe spiegato di aver visto i vigili intimare ai cinque ragazzi, armi in pugno, di scendere dall'auto e di mettersi spalle contro il muro di una casa. Sarebbe stato in quel momento che «Ganesh» avrebbe abbozzato un tentativo di fuga. I due automobilisti sentiti in serata dal magistrato, invece, alla fuga non avrebbero fatto cenno e il magistrato sembra propendere per questa versione, anche perché, diversamente, il comportamento del ragazzo risulterebbe incomprensibile. Dainati avrebbe quindi alzato l'arma, una calibro 9, e sparato, quando ancora i ragazzi erano con le spalle al muro. Un colpo accidentale, forse. Certamente la pistola era senza sicura.

Agli atti anche la dichiarazione di Nadir, uno dei quattro amici di Ganesh, tutti minorenni. Secondo il ragazzo, il vigile avrebbe spintonato l’amico contro il muro, mostrandogli la pistola: «Guarda qui», avrebbe detto il vigile. Poi è partito il colpo. Mentre Ganesh si accasciava, Dainati si sarebbe rivolto verso i colleghi, mormorando: «Ho sbagliato». Poco dopo i quattro amici di Ganesh si sarebbero scagliati sul vigile ormai immobilizzato dal poliziotto, senza reagire. Momenti di urla e insulti: «*** cos'hai fatto, ti ammazzo». Poi l'arrivo dei carabinieri, il sequestro delle tre pistole dei vigili, la corsa dell'ambulanza verso l'ospedale, la madre di Ganesh che sviene mentre i medici le chiedono l'autorizzazione all'espianto degli organi.

Il nucleo «anti-writer» ha fatto parlare di sé, nei tre anni della sua costituzione. Voluto dall'assessore alla polizia locale Francesco Scopelliti, di An, ha ottenuto il plauso dei rappresentanti della piccola proprità edilizia e un premio dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, per operazioni di polizia giudiziaria che hanno portato alla denuncia di decine di graffitari, poi costretti a patteggiare condanne in tribunale per danneggiamento. Non mancano però i detrattori, che contestano metodi definiti sbrigativi e l'opportunità di contestare a ragazzi poco più che maggiorenni reati quali l'associazione per delinquere, grazie alla quale sono state compiute decine di perquisizioni domiciliari alla ricerca di bombolette e foto dei graffiti."

R.I.P.

Fonte: wildstylers



Frase del giorno: "..."
In stereo Fugees - Killing Me Softly

domenica 26 marzo 2006

Demo(nio)crazia


Berlusconi, essendo unto dal Signore, scivola e muore. Arriva alle porte del Paradiso, dove l'attende paziente San Pietro: - Benvenuto in paradiso, eccellenza. Prima di farla accomodare, devo purtroppo anticiparle che abbiamo un piccolo problema da risolvere. Vede, è molto raro che un politico d'alto rango arrivi qui in Paradiso, e la verità è che non sappiamo cosa fare con lei. Così abbiamo deciso di farle trascorrere un giorno all'inferno ed uno in paradiso, cosicché lei possa scegliere liberamente dove trascorrere la sua eternità... San Pietro accompagna il nuovo arrivato all'ascensore e questi scende, scende fino all'inferno. Si apre la porta e Berlusconi si trova in mezzo ad un verdissimo campo di golf. In lontananza intravede una lussuosa club house; davanti, tutti i suoi amici politici che avevano lavorato con lui. Gli corrono incontro e lo abbracciano commossi, ricordando i bei tempi andati, quando tutti insieme si arricchivano alle spalle degli italiani. Decidono di fare una partita a golf e poi cenano tutti assieme alla club house con caviale e aragosta. Alla cena partecipa pure Satana, che in realtà si dimostra essere una persona molto simpatica, cordiale, e divertente. Berlusconi si diverte talmente tanto che non si accorge che è già ora di andarsene. Tutti gli si avvicinano e prima che parta gli stringono calorosamente la mano, lasciandolo triste e profondamente commosso. L'ascensore sale, sale e si riapre davanti alla porta del paradiso, dove San Pietro lo sta aspettando. Berlusconi passa le successive 24 ore saltellando di nube in nube, suonando l'arpa, pregando e cantando. Il giorno è lungo e noioso, ma finalmente finisce. Si presenta finalmente San Pietro che gli chiede: - Eccellenza, ha trascorso un giorno all'inferno ed uno in paradiso, ora può scegliere democraticamente dove trascorrere il resto dell'eternità... Berlusconi riflette un momento, si gratta la crapa pelata e dice: - Beh, mi consenta, in paradiso è stato tutto molto bello, però credo di essermi trovato meglio all'inferno! Allora San Pietro scrolla le spalle e lo accompagna all'ascensore. Scendi, scendi, giunge all'inferno. Quando le porte si aprono, si ritrova in mezzo ad una terra deserta e piena di immondizie sparse dappertutto. Vede tutti i suoi amici in tuta da lavoro che raccolgono il pattume e lo depositano in sacchi neri diplastica. Il diavolo gli si avvicina e gli mette un braccio attorno al collo, in segno di benvenuto. - Non capisco... - balbetta Berlusconi - Mi consenta, ieri qui c'era un campo da golf, e una club house, e abbiamo cenato a base di aragosta e caviale, e ci siamo divertiti un sacco. Ora la terra è solo un deserto pieno di spazzatura e i miei amici sembrano dei miserabili! Il diavolo lo guarda, sorride e gli dice: - Amico mio, ieri eravamo in campagna elettorale.....Oggi, hai già votato per noi !

Potete anche consultare le 36 grandi riforme di Silvio...

Frase del giorno: Biro Biro!!
In stereo Dilated Peoples - Reach Us

giovedì 9 marzo 2006

Fantastic Moment at Fantastic Movement

Chi l'avrebbe mai detto che dopo un anno sarei ancora stato qui a scrivere diavolerie?
Io no di certo. Sapevo solo che questo strano fenomeno? movimento? moda? sistema? insomma il mondo-blog, la cosiddetta blogosfera, e tutte le sue dinamiche mi avrebbero potuto portare qualcosa.

Così è stato.

Iniziando senza uno scopo preciso (le lezioni di web content sono state la scintilla), mi sono subito interessato a questa (per me) nuova realtà. Il nome "Blog" non mi era nuovo. Già da tempo girava, sui trafiletti semivisibili dei giornali, nelle puntate di terza serata di rai tre, oppure tra gli amici appassionati di informatica, un po' come fanno oggi i termini "CMS Open Source" o "i-Pod".

La cosa però non mi toccava minimamente, eppure se avessi cominciato a quei tempi, forse ora sarei una blogstar..................................NAAAAAAAAAAAAAH!

Nel tempo Fantastic Movement ha assunto una forma e diversi contenuti. I contenuti di Fantastic Movement hanno a sua volta diverse forme la quali riconducono all'aspetto essenziale del blog.
Mi piace pensare quando andrò a rileggere le cose scritte anni fa. Forse, mi accorgerò che non la penso più così.

"Un artista che vede le sue vecchie opere le distrugge perchè non si riconosce più in ciò che ha creato."

Beh io non distruggerò i miei post, magari prenderò spunto da loro per postare nuove riflessioni e nuovi riflessi. E' guardando il passato che si impara ad affrontare il presente e ad osservare il futuro.

Mi piacerebbe imparare anche da questo passato molto prossimo...


Frase del giorno: "Io Vojo i Tacos! Io Vojo i Tacos"
In stereo Gangstarr f. Freddy Foxxx - The Militia pt. III