Giusto l'altro giorno, stavo parlando con mia madre del mutamento della lingua, ed in particolare di quello della lingua italiana. Si parlava del cambiamento di certi vocaboli o meglio dell'adozione e della unificazione di specifici termini, utilizzati ad esempio nel mondo del web, della computer-grafica, della tecnologia, dello sport, con altri termini di origine italiana. Oggi ho trovato questo articolo nel feed RSS sulla sinistra del mio blog.
Vocaboli come chattare (si legge ciattàre), uploadare/downloadare (applodàre/daunlodàre), settare, formattare, zippare, ... ma anche rasterizzare, masterizzare, skinnare (non è un termine nazista ma una tecnica di computer-grafica; skin = pelle), meshare, freezeare (si legge frizzàre, cioè ghiacciare), snappare (sneppàre), ... e ancora skateare (skeitàre), surfare (serfàre), stoppare, dribblare sono diventati ormai di uso comune e, spesso e volentieri, non abbiamo più la voglia o la necessità di utilizzare le dèsuete espressioni alternative.
Sempre più raramente sentiremo dire "Ho trasformato questa immagine vettoriale in immagine con pixel.", perché basterà dire "L'ho rasterizzata", oppure "Fare una copia di un DVD", sarà "Masterizzare un DVD". "Buon fine settimana" lascierà il posto a "Buon Week (end è facoltativo)!", così anche "La sacca piena di gas che si gonfia negli incidenti stradali", sarà sostituito -anzi lo è già da molto tempo- da "Airbag".
Tutte queste espressioni sembrano voler facilitare la dinamica del parlato -e volendo anche dello scritto-, sembrano venirci incontro per sintetizzare al massimo il significato, sembrano agevolarci nelle comunicazioni che risultano sempre più bisognose di rapidità e velocità, sembrano concederci la loro sintesi per una migliore comprensione globale ed immediata.
E gli "effetti collaterali"??? Senza dubbio c'è da mettere in conto l'esclusione di quelle persone che non hanno mezzi e possibilità per adattarsi (gli anziani, i poveri, i malati di mente). Poi c'è da tener conto della nostra perdita di conoscenza della lingua. L'Italiano è una delle lingue più difficili del mondo, quindi l'acquisizione massiccia di vocaboli nuovi ma di origine non-latina fa si che la nostra radice linguistica vada a sfumarsi sempre più. Infine c'è da considerare l'effetto collaterale della sintesi vera e propria.
Questa sintesi ha una sua logica e un suo uso dedicato. L'SMS è l'esempio perfetto. La limitazione fisica ed oggettiva delle lettere da inserire per comporre un SMS (appunto Short Message Service - Servizio di Messaggi Brevi), implica uno sforzo da parte del fruitore del servizio, dedicato alla sintesi più assoluta. Questo procedimento consiste nell'applicazione di neologismi del tutto inventati ma contestualizzati "ad hoc".
Il primo esempio è l'acronimo SMS. Oltre alla sintesi dei termini inglesi c'è la sintesi acronomica delle lettere iniziali. Una sorta di sintesi nella sintesi. Tutti (o quasi) sanno il senso di SMS, un po' meno il significato, e tutti usano ormai la comodità acronomica di questo vocabolo. Il secondo esempio è la faccina (smile) dell'SMS. Anche qui l'uso della sintesi viene in nostro aiuto attribuendo un meta-senso (senso che sta al di sopra) con solo due caratteri: nella maggiorparte dei casi i due punti e una parentesi----> :) = "sorriso" :( = "tristezza".
Questa semantica è estremamente interessante ed al contempo "pericolosa", poiché è vero che fornisce un risparmio in termini di spazio virtuale nella memoria del cellulare e quindi, minore "peso" e maggiore velocità di trasmissione dell'SMS e concede maggiore spazio per ulteriori vocaboli, ma è anche vero che imprime una specie di dipendenza decontestualizzata.
Lo smile non viene più usato solo negli SMS dove c'è una pesante limitazione di "spazio", dove per spazio si intende il vincolo del costo dell'SMS, ma ad esempio anche nella posta elettronica (e-mail; electronic-mail), dove ormai non ci sono più problemi di spazio (poiché è gratuita) se non nell'accezione vera e propria del termine. L'utilizzo quindi dello smile denota una sorta di pigrizia. Nessuno ha più voglia di scrivere quelle due, tre parole in più per far capire il significato del discorso ma accolla al ricevente l'onere di interpretare il messaggio e decodificarlo. La faccina è un aiuto a decodificare meglio il messaggio ma è un aiuto frivolo, di cui posso fare anche a meno.
Alla sintesi si aggiunge anche la rapidità dell'SMS. L'applicazione del "T9" permette di risparmiare tempo ulteriore nella creazione. Credo che l'inventore si sia ispirato più volte al detto "Il tempo è denaro".
Tutto ruota attorno al fattore tempo-denaro. Non si ha tempo per aggiungere una riga di commento in più ed ecco spuntare la faccina. Non si hanno soldi nel cellulare ed ecco spuntare faccine ( :D, =], :p ), numeri funzionali( treno---> 3no, informare---> in4mare, fusione---> fusi1, settimana---> 7mana ), numeri criptici ( saletta---> 5413774 ), simboli alfanumerici decorativi (saletta---> $al£tta, catetere---> ©@t£t&®E) acronimi impronunciabili ( ti voglio bene---> tvb, leggi il simpatico manuale---> rtfm ), abbreviazioni (ora---> h, però---> xò, per ora---> x h, comunque---> cmq, I love you---> I lov u ) ...
Da tutto ciò si deduce che nel lungo periodo, l'uso di questi termini favorirà l'atrofizzarsi della specificità della lingua, italiano incluso, a fronte di una maggiore uniformità.
E' un bene?? Certamente no. E' un male?? Non lo so.
Frase del giorno: "Fila è magro."
In stereo: Jamiroquai - Planet Home
Vocaboli come chattare (si legge ciattàre), uploadare/downloadare (applodàre/daunlodàre), settare, formattare, zippare, ... ma anche rasterizzare, masterizzare, skinnare (non è un termine nazista ma una tecnica di computer-grafica; skin = pelle), meshare, freezeare (si legge frizzàre, cioè ghiacciare), snappare (sneppàre), ... e ancora skateare (skeitàre), surfare (serfàre), stoppare, dribblare sono diventati ormai di uso comune e, spesso e volentieri, non abbiamo più la voglia o la necessità di utilizzare le dèsuete espressioni alternative.
Sempre più raramente sentiremo dire "Ho trasformato questa immagine vettoriale in immagine con pixel.", perché basterà dire "L'ho rasterizzata", oppure "Fare una copia di un DVD", sarà "Masterizzare un DVD". "Buon fine settimana" lascierà il posto a "Buon Week (end è facoltativo)!", così anche "La sacca piena di gas che si gonfia negli incidenti stradali", sarà sostituito -anzi lo è già da molto tempo- da "Airbag".
Tutte queste espressioni sembrano voler facilitare la dinamica del parlato -e volendo anche dello scritto-, sembrano venirci incontro per sintetizzare al massimo il significato, sembrano agevolarci nelle comunicazioni che risultano sempre più bisognose di rapidità e velocità, sembrano concederci la loro sintesi per una migliore comprensione globale ed immediata.
E gli "effetti collaterali"??? Senza dubbio c'è da mettere in conto l'esclusione di quelle persone che non hanno mezzi e possibilità per adattarsi (gli anziani, i poveri, i malati di mente). Poi c'è da tener conto della nostra perdita di conoscenza della lingua. L'Italiano è una delle lingue più difficili del mondo, quindi l'acquisizione massiccia di vocaboli nuovi ma di origine non-latina fa si che la nostra radice linguistica vada a sfumarsi sempre più. Infine c'è da considerare l'effetto collaterale della sintesi vera e propria.
Questa sintesi ha una sua logica e un suo uso dedicato. L'SMS è l'esempio perfetto. La limitazione fisica ed oggettiva delle lettere da inserire per comporre un SMS (appunto Short Message Service - Servizio di Messaggi Brevi), implica uno sforzo da parte del fruitore del servizio, dedicato alla sintesi più assoluta. Questo procedimento consiste nell'applicazione di neologismi del tutto inventati ma contestualizzati "ad hoc".
Il primo esempio è l'acronimo SMS. Oltre alla sintesi dei termini inglesi c'è la sintesi acronomica delle lettere iniziali. Una sorta di sintesi nella sintesi. Tutti (o quasi) sanno il senso di SMS, un po' meno il significato, e tutti usano ormai la comodità acronomica di questo vocabolo. Il secondo esempio è la faccina (smile) dell'SMS. Anche qui l'uso della sintesi viene in nostro aiuto attribuendo un meta-senso (senso che sta al di sopra) con solo due caratteri: nella maggiorparte dei casi i due punti e una parentesi----> :) = "sorriso" :( = "tristezza".
Questa semantica è estremamente interessante ed al contempo "pericolosa", poiché è vero che fornisce un risparmio in termini di spazio virtuale nella memoria del cellulare e quindi, minore "peso" e maggiore velocità di trasmissione dell'SMS e concede maggiore spazio per ulteriori vocaboli, ma è anche vero che imprime una specie di dipendenza decontestualizzata.
Lo smile non viene più usato solo negli SMS dove c'è una pesante limitazione di "spazio", dove per spazio si intende il vincolo del costo dell'SMS, ma ad esempio anche nella posta elettronica (e-mail; electronic-mail), dove ormai non ci sono più problemi di spazio (poiché è gratuita) se non nell'accezione vera e propria del termine. L'utilizzo quindi dello smile denota una sorta di pigrizia. Nessuno ha più voglia di scrivere quelle due, tre parole in più per far capire il significato del discorso ma accolla al ricevente l'onere di interpretare il messaggio e decodificarlo. La faccina è un aiuto a decodificare meglio il messaggio ma è un aiuto frivolo, di cui posso fare anche a meno.
Alla sintesi si aggiunge anche la rapidità dell'SMS. L'applicazione del "T9" permette di risparmiare tempo ulteriore nella creazione. Credo che l'inventore si sia ispirato più volte al detto "Il tempo è denaro".
Tutto ruota attorno al fattore tempo-denaro. Non si ha tempo per aggiungere una riga di commento in più ed ecco spuntare la faccina. Non si hanno soldi nel cellulare ed ecco spuntare faccine ( :D, =], :p ), numeri funzionali( treno---> 3no, informare---> in4mare, fusione---> fusi1, settimana---> 7mana ), numeri criptici ( saletta---> 5413774 ), simboli alfanumerici decorativi (saletta---> $al£tta, catetere---> ©@t£t&®E) acronimi impronunciabili ( ti voglio bene---> tvb, leggi il simpatico manuale---> rtfm ), abbreviazioni (ora---> h, però---> xò, per ora---> x h, comunque---> cmq, I love you---> I lov u ) ...
Da tutto ciò si deduce che nel lungo periodo, l'uso di questi termini favorirà l'atrofizzarsi della specificità della lingua, italiano incluso, a fronte di una maggiore uniformità.
E' un bene?? Certamente no. E' un male?? Non lo so.
Frase del giorno: "Fila è magro."
In stereo: Jamiroquai - Planet Home
Purtroppo l'uso dell'emoticon sta diventando obbligatorio, perché il ricevente stesso non è più educato a decodificare le sfumature emotive del linguaggio (appunto perché legge meno e roba fatta male). E così, anche se tu sai benissimo come essere ironico o serissimo, dall'altra parte hanno bisogno del faccino, altrimenti non lo capiscono.
RispondiEliminaSì però è anche vero che se hai la possibilità di scrivere due righe in più - basterebbe anche un semplice "Scherzavo!" - l'emoticon non è più obbligatoria e il ricevente capisce il tono scherzoso.
RispondiEliminaSecondo me è più questione di pigrizia e/o convenzione...:)
Sai una cosa? Vedo "Scherzavo" come una traduzione italiana dell'emoticon, più che come un uso della lingua per dire che sto scherzando. Cioè, intendo: è figlio della medesima (recente?) incapacità di lasciar trasparire gli stati d'animo nella scrittura. Poi magari questa è idea bislacca.
RispondiEliminaBoh no io no. Se leggo "scherzavo" tutto quello che ho (fra)inteso lo leggo in chiave scherzosa.
RispondiEliminaDai, diobò, scherzavo. ;-)
RispondiElimina:D
RispondiElimina