lunedì 11 aprile 2005

Non chiamateli Graffiti!

Il Writing


Il writing è esploso tra gli ultimissimi anni Sessanta ed i primissimi anni Settanta negli Stati Uniti, notoriamente nell'underground dei cingue distretti di New York e nei quartieri neri afroamericani, certamente ad opera di minoranze. E' una poetica scenografia urbana fattispecie pittorica e regolarmente illegale che tutti grosso modo conoscono (e riconoscono) mistificata nell'impreciso vocabolo 'graffiti'. Si tratta di una pittura e scrittura di pseudonimi in cui s'ammira la potenza estetica, pittorica, comunicativa, identitaria dei caratteri alfabetici e della scrittura proprio pseudonimo strategicamente diffuso: il writing è indelebile traccia di comunicazione in-urbana, assolutamente endogena del mutevole palcoscenico delle metropoli postmoderne. Negli ultimi anni, dal linguaggio espressivo di frontiera, il writing si è imposto quale nuova e attuale forma di comunicazione, generando punti critici insolubili. Assenza di una struttura generale prestabilita, tempi di creazione ignoti e tempi di fruizione ingestibili da terzi, produzione e consumo staticamente non rilevabili, impossibilità di mercificazione diretta, tutela non contemplata, commissione regolarmente propria, forma ideale pari ad una rivoltosa anarchia della creazione artistica che fa tremare i paradigmi reduci quando parla di sè come di arte illegale: simili tratti peculiari descrivono certo la plausibile difficoltà d'accettazione.


circumwriting

3 commenti:

  1. Forse ti possono interessare le grafidea.

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  2. Non saprei!Di che si tratta????

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  3. Ok l'ho appena letto...direi che la cosa è molto interessante ma riguarda solo una piccola schiera di appassionati,mi spiego:molti graffitisti non sanno neanche cos'è un ipertesto,oppure se lo sanno non lo usano come "riferimento/collegamento al mondo reale" o cose del genere ma semplicemente si limitano ad usufruirne per quello che è! La cosa però mi interessa persoanlmente e cercherò di diffonderla e di metterla in pratica.Ciao

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