martedì 31 gennaio 2006

Guerre calde e populismo mediatico - La storia va a ritroso

"Anticipiamo la prefazione di Umberto Eco al suo nuovo libro in uscita l'8 febbraio da Bompiani (pagg. 364, euro 17,50). Il titolo è "A passo di gambero - Guerre calde e populismo mediatico".

Questo libro raccoglie una serie di articoli e interventi scritti tra il 2000 e il 2005. Il periodo è fatidico, si apre con le ansie per il nuovo millennio, esordisce con l'11 settembre, seguito dalle due guerre in Afghanistan e in Iraq, e in Italia vede l'ascesa al potere di Silvio Berlusconi.

Pertanto, lasciando cadere tanti altri contributi su svariati argomenti, ho voluto raccogliere solo gli scritti che si riferivano agli eventi politici e mediatici di questi sei anni. Il criterio di selezione mi è stato suggerito da uno degli ultimi pezzi della mia precedente raccolta di articoli (La bustina di Minerva), che s'intitolava Il trionfo della tecnologia leggera.

Sotto forma di falsa recensione di un libro attribuito a tale Crabe Backwards, osservavo che negli ultimi tempi si erano verificati degli sviluppi tecnologici che rappresentavano dei veri e propri passi all'indietro. Osservavo che la comunicazione pesante era entrata in crisi verso la fine degli anni settanta. Sino ad allora lo strumento principe della comunicazione era il televisore a colori, una scatola enorme che troneggiava in modo ingombrante, emetteva nel buio bagliori sinistri e suoni capaci di disturbare il vicinato. Un primo passo verso la comunicazione leggera era stato fatto con l'invenzione del telecomando: con esso non solo lo spettatore poteva abbassare o addirittura azzerare l'audio ma anche eliminare i colori e lavorare di zapping.

Saltellando tra decine e decine di dibattiti, di fronte a uno schermo in bianco e nero senz'audio, lo spettatore era già entrato in una fase di libertà creativa, detta "fase di Blob". Inoltre la vecchia tv, trasmettendo avvenimenti in diretta, ci rendeva dipendenti dalla linearità stessa dell'evento. La liberazione dalla diretta si è avuta col videoregistratore, con cui non solo si è realizzata l'evoluzione dalla Televisione al Cinematografo, ma lo spettatore è stato in grado di mandare le cassette all'indietro, sfuggendo così del tutto al rapporto passivo e repressivo con la vicenda raccontata.

A questo punto si sarebbe potuto persino eliminare completamente l'audio e commentare la successione scoordinata delle immagini con colonne musicali di pianola, sintetizzata al computer; e - visto che le stesse emittenti, col pretesto di venire in aiuto ai non udenti, avevano preso l'abitudine di inserire didascalie scritte a commento dell'azione - si sarebbe pervenuti ben presto a programmi in cui, mentre due si baciano in silenzio, si sarebbe visto un riquadro con la scritta "Ti amo". In tal modo la tecnologia leggera avrebbe inventato il film muto dei Lumière.

Ma il passo successivo era stato raggiunto con l'eliminazione del movimento dalle immagini. Con Internet il fruitore poteva ricevere, con risparmio neurale, solo immagini immobili a bassa definizione, sovente monocolori, e senza alcun bisogno del suono, dato che le informazioni apparivano in caratteri alfabetici sullo schermo.

Uno stadio ulteriore di questo ritorno trionfale alla Galassia Gutenberg sarebbe stato - dicevo allora - l'eliminazione radicale dell'immagine. Si sarebbe inventata una sorta di scatola, pochissimo ingombrante, che emetteva solo suoni, e che non richiedeva neppure il telecomando, dato che si sarebbe potuto eseguire lo zapping direttamente ruotando una manopola. Pensavo di aver inventato la radio e invece stavo vaticinando l'avvento dell'I-Pod.

Rilevavo infine che l'ultimo stadio era già stato raggiunto quando alle trasmissioni via etere, con tutti i disturbi fisici che ne conseguivano, con le pay-tv e con Internet si era dato inizio alla nuova era della trasmissione via filo telefonico, passando dalla telegrafia senza fili alla telefonia con i fili, superando Marconi e tornando a Meucci.

Scherzose o meno che fossero, queste osservazioni non erano del tutto azzardate. D'altra parte che si stesse procedendo a ritroso era già parso chiaro dopo la caduta del muro di Berlino, quando la geografia politica dell'Europa e dell'Asia era radicalmente cambiata. Gli editori d'atlanti avevano dovuto mandare al macero tutte le loro scorte (rese obsolete dalla presenza di Unione Sovietica, Jugoslavia, Germania Est e altre mostruosità del genere) e avevano dovuto ispirarsi agli atlanti pubblicati prima del 1914, con la loro Serbia, il loro Montenegro, i loro stati baltici e così via.

Ma la storia dei passi all'indietro non si arresta qui, e questo inizio del terzo millennio è stato prodigo di passi del gambero. Tanto per fare qualche esempio, dopo il cinquantennio di Guerra Fredda, abbiamo avuto con l'Afghanistan e l'Iraq il ritorno trionfale della guerra guerreggiata o guerra calda, addirittura riesumando i memorabili attacchi degli "astuti afghani" ottocenteschi al Kyber Pass, una nuova stagione delle Crociate con lo scontro tra Islam e cristianità, compresi gli Assassini suicidi del Veglio della Montagna, tornando ai fasti di Lepanto (e alcuni fortunati libelli degli ultimi anni potrebbero essere riassunti col grido di "mamma li turchi!").

Sono riapparsi i fondamentalismi cristiani che sembravano appartenere alla cronaca del XIX secolo, con la ripresa della polemica antidarwiniana, ed è risorto (sia pure in forma demografica ed economica) il fantasma del Pericolo Giallo. Da tempo le nostre famiglie ospitano di nuovo servi di colore, come nel Sud di Via col vento, sono riprese le grandi migrazioni di popoli barbari, come nei primi secoli dopo Cristo, e (come osserva uno dei pezzi qui pubblicati) rivivono almeno nel nostro paese riti e costumi da Basso Impero.

È tornato trionfante l'antisemitismo con i suoi Protocolli, e abbiamo i fascisti (per quanto molto post, ma alcuni sono ancora gli stessi) al governo. D'altra parte, mentre correggo le bozze, un atleta allo stadio ha salutato romanamente la folla plaudente. Esattamente ciò che facevo io quasi settant'anni fa da balilla - salvo che io ero obbligato. Per non dire della Devoluzione, che ci riporta a un'Italia pre-garibaldina. Si è riaperto il contenzioso post-cavouriano tra Chiesa e Stato e, per registrare anche ritorni quasi a giro di posta, sta tornando, in varie forme, la DC. Sembra quasi che la storia, affannata per i balzi fatti nei due millenni precedenti, si riavvoltoli su se stessa, tornando ai fasti confortevoli della Tradizione.

Molti altri fenomeni di passo retrogrado emergeranno dagli articoli di questo libro, abbastanza insomma per giustificarne il titolo. Ma indubbiamente qualcosa di nuovo, almeno nel nostro paese, è avvenuto - qualcosa che non era ancora avvenuto prima: l'instaurazione di una forma di governo basata sull'appello populistico via media, perpetrato da un'impresa privata intesa al proprio privato interesse - esperimento certamente nuovo, almeno sulla scena europea, e molto più avveduto e tecnologicamente agguerrito dei populismi del Terzo Mondo.

A questo tema sono dedicati molti di questi scritti, nati dalla preoccupazione e dall'indignazione di questo Nuovo che Avanza e che (almeno mentre mando in stampa queste righe) non è ancora detto si possa arrestare.

La seconda sezione del libro si intitola al fenomeno del regime di populismo mediatico, e non ho alcuna esitazione a parlare di "regime", almeno nel senso in cui i medievali (che non erano comunisti) parlavano de regimine principum.

A questo proposito, e di proposito, apro la seconda sezione con un appello che avevo scritto prima delle elezioni del 2001 e che è stato molto vituperato. Già allora un corsivista di destra, che evidentemente mi vuole però qualche bene, si stupiva addolorato che un uomo "buono" come me potesse trattare con tanto disprezzo una metà dei cittadini italiani che non votavano come lui. E ancora recentemente, e non da destra, è stata rivolta a questo genere d'impegno l'accusa di arroganza - rovinosa attitudine che renderebbe antipatica gran parte della cultura di opposizione.

Ho sofferto molte volte nel vedermi accusato di voler riuscire simpatico a tutti i costi, così che lo scoprirmi antipatico mi riempie d'orgoglio e di virtuosa soddisfazione.

Ma curiosa è questa accusa, come se ai loro tempi si fosse imputato (si parva licet componere magnis) ai Rosselli, ai Gobetti, ai Salvemini, ai Gramsci, per non dire dei Matteotti, di non essere abbastanza comprensivi e rispettosi nei confronti del loro avversario.

Se qualcuno si batte per una scelta politica (e nel caso in questione, civile e morale), fatto salvo il diritto-dovere di essere pronti a ricredersi un giorno, in quel momento deve ritenere di essere nel giusto e denunciare energicamente l'errore di coloro che tendono a comportarsi diversamente. Non vedo dibattito elettorale che possa svolgersi all'insegna dell'"avete ragione voi, ma votate per chi ha torto". E nel dibattito elettorale le critiche all'avversario devono essere severe, spietate, per potere convincere almeno l'incerto.

Inoltre molte delle critiche giudicate antipatiche sono critiche di costume. E il critico di costume (che sovente nel vizio altrui fustiga anche il proprio, o le proprie tentazioni) deve essere sferzante. Ovvero, e sempre per rifarsi ai grandi esempi, se vuoi essere critico di costume, ti devi comportare come Orazio; se ti comporti come Virgilio, allora scrivi un poema, magari bellissimo, in lode del Divo regnante. Ma i tempi sono oscuri, i costumi corrotti, e anche il diritto alla critica viene, quando non soffocato con provvedimenti di censura, indicato al furor popolare.

Pubblico pertanto questi scritti all'insegna di quella antipatia positiva che rivendico."

(31 gennaio 2006)


Tratto da Repubblica.it
Frase del giorno: "Se fossi stato femmina ti avrei chiesto subito la mano..."
In stereo: Notorious BIG - Who Shot Ya

domenica 29 gennaio 2006

L'incudine - Parodia comica dillettantesca di una pseudotrasmissione para-apolitica tendente al blasfemo.

Ieri ho avuto modo di seguire la trasmissione L'incudine che va in onda in prima serata su Italia 1. La puntata apre con Berlusconi sull'incudine di Claudio Martelli(che come suggerisce Letale, lo si rivede alquanto ringiovanito), e prosegue in studio con un dibattito aperto a Riccardo Barenghi (La Stampa), Oscar Giannino (vice direttore Il Riformista), Rula Jebreal (La7), Mario Orfeo (direttore de Il Mattino) e, in collegamento da Milano, Vittorio Feltri (direttore di Libero).

A parte le misere considerazioni avute sull'inutilità dell'apertura del programma dove "l'imputato" ha a disposizione 60 secondi per rispondere ad ogni domanda; in tutto sono 5 domande (che senso ha ??????), mi hanno colpito da subito tre cose:

1) Claudio Martelli, che dovrebbe fare il conduttore, e in veste di tale ruolo condurre la trasmissione, si è limitato a spalleggiare una volta uno, una volta l'altro. Al contrario penso che un conduttore serio debba impegnarsi a non prendere posizioni di alcun genere ma al massimo condividere o no le opinioni e cosa fondamentale permettere al pubblico a casa di capire le domande ma in questo caso le risposte degli ospiti.

2)Il Premier, come di consueto, ad ogni domanda rispondeva con monologhi idilliaci che dicevano tutto o niente, a seconda dei casi, ma in fin dei conti non rispondeva affatto (ed in questi casi Martelli sarebbe dovuto intervenire per strappare almeno una risposta). Alle domande dirette e coincise come ad esempio quella di Rula Jebreal: "Presidente, nel caso in cui l'Europa decidesse di attaccare l'Iran, l'Italia cosa farebbe?" il premier le risponde: "E' impossibile che l'UE, attaccherà l'Iran!"

......MA CHE CAZZO DI RISPOSTA E'?????????????????????

Oppure a Mario Orfeo che gli chiede: "Presidente la spesa elettorale è aumentata di 8 volte (pari a circa 2.000euro PROCAPITE!!!!!!!!!!!!!) rispetto alla scorsa legislatura. Come mai??
Silvio: "Io non ne sapevo niente!"
Continua Orfeo: "Dovrebbe saperlo, presidente. Sono materie del parlamento, quindi anche sue, e tra poco più di due mesi ci saranno le elezioni!".
Silvio: "Ma non sarà una spesa fatta dallo Stato, sarà un contributo che chiediamo agli italiani per far si che i costi elettorali di pubblicità, brochures, ecc vengano attenuati!"
Ancora Orfeo: "Appunto presidente. Sono gli italiani che pagano."

3)Non è stata citata alcuna fonte dei dati forniti dalla trasmissione. Fatto estremamente grave in quanto nessuno è in grado di stabilire la Verità su ciò che è stato mostrato. Per fare un esempio: La schermata sul precariato mostrava 22 milioni circa di lavoratori a contratto indeterminato e qualche milionie quelli precari (con tasso in diminuzione).

VOTO: ZERO!

Alla luce di ciò vorrei far quadrare alcuni conti.

La popolazione italiana è di 57 milioni di persone. Approssimando, il numero dei lavoratori è di circa la metà ovvero 25 milioni. Stando ai dati riportati dalla trasmissione, i conti tornano e può sembrare che la condizione dei precari sia misera rispetto agli altri. In mancanza di fonti presumo quindi che le cifre della trasmissione si riferiscano, ai contratti di lavoro di personale già qualificato anni addietro come per esempio mio padre (55 anni). Contando infatti quelli che già lavorano da molti anni nei vari settori (indifferentemente pubblici o privati) ed escludendo i nuovi lavoratori, ci si accorge come la percentuale di lavoratori a contratto indeterminato sia miracolosamente alta e rassicurante. Purtroppo, non è così.

Per avere chiara la situazione bisognerebbe prendere come riferimento i nuovi contratti di lavoro (cioè quelli dei giovani che sono appena entrati nel mondo dal lavoro), da 5 anni a questa parte e stimare quanti sono quelli a tempo indeterminato e quelli a progetto, contratto, di ruolo, ecc. perchè quello che interessa non è il passato ma il futuro, ed è il futuro ad essere precario, non di certo il passato. Ci accorgeremmo che le cifre sarebbero tutte diverse e che i contratti a tempo indeterminato risulterebbero prossimi allo ZERO. A tal proposito rimando al post del 14/07/2005 di Personalitàconfusa...


Frase del giorno: "Ma io voglio fare all'ammore!"
In stereo: 2Pac - Do 4 Love

sabato 28 gennaio 2006

Buone Notizie

In alcuni vecchi post parlai della qualità delle notizie che ogni giorno assedia la nostra sfera sensoriale-percettiva. La qualità è piuttosto bassa. Mi lamentai, perchè le Buone Notizie sono purtroppo casi più unici che rari ed è ormai prassi comune leggere le solite "notizie" con apatia quasi totale sia da parte dell'autore/interlocutore che del lettore/fruitore.

Non biasimo chi rimane apatico su questo genere di qualità. Personalmente fatti del tipo Kamikaze suicida o Quattordicenne omicida non sono notizie in quanto non godono del requisito secondo (se non erro) per essere tali: La Novità. A questo proposito è interessante l'introduzione fatta da Mario Petrina, Presidente dell'ODG (Ordine Dei Giornalisti) e il documento in PPT sulla notiziabilità in particolare la parte sulla qualità delle notizie.

Diverso è se le notizie fossero buone. Presumo che il meccanismo che si possa scatenare, in maniera più o meno opposta all'apatia, sarebbe l'empatia.

Riporto quindi una parte di articolo tratto da globalexchange.org dove si danno solo buone notizie (è in inglese ma è facilmente traducibile):

"Despite the bad news that’s featured every day on the front pages of the newspaper, there are positive changes happening in every corner of the globe! In Afghanistan, women have become judges, and NGOs are opening up more and more schools for girls. In Venezuela, a national literacy campaign is teaching more than one million adults to read and write for the first time. In Bolivia, a grassroots group of citizens Cochabamba successfully stopped the privatization of their city’s water supply, which would have made water more expensive than the average Bolivian’s monthly wage. In Nicaragua and Guatemala, farmers are increasing their family incomes and helping the environment by becoming “Fair Trade” certified coffee producers. In Viet Nam, the Women’s Union is ensuring that rural Vietnamese families are included in the country’s economic boom through extensive micro-lending programs."

L'articolo completo.

Spero sia solo l'inizio di una lunga serie...

Links correlati alla discussione: Fiction Mediatica pt1, Fiction Mediatica pt2, Fiction Mediatica pt3; Fiction Mediatica su Forumcommunity


Frase del giorno: "Lui la ama"
In stereo: R Kelly - TP2.Com

venerdì 27 gennaio 2006

The Meatrix

The Meatrix è il prodotto del Free Range Flash Activism Grant, la prima assegnazione di finanziamento in questo campo. Nel febbraio 2003, la Free Range, una delle società di web design più all'avanguardia, invitava centinaia di organizzazioni no-profit a partecipare ad un concorso per la produzione a titolo gratuito di un'animazione in formato Flash. Dopo aver vagliato attentamente più di 50 candidati, l'assegnazione è andata al GRACE (Global Resource Action Center for the Environment). Il GRACE opera per mettere fine alle pratiche pericolose e distruttive dell'allevamento su scala industriale e promuovere l'agricoltura sostenibile, un obiettivo molto a cuore anche alla Free Range. La riforma dell'industria agro-alimentare porterebbe notevoli vantaggi a molte delle questioni per cui la Free Range è da sempre in prima linea: la salute, la sicurezza alimentare, la giustizia economica, i diritti dei lavoratori, l'integrità dell'ambiente, e i diritti degli animali.

Interessanti le pagine inerenti la PAC (Politica Agricola Comunitaria) le Azioni e le Informazioni.

Fonte: Themeatrix.com

N.B. Sia chiaro che la serietà della forma dell'articolo e soprattutto del filmato è da attribuire a propria discrezione, al contrario dei contenuti oggettivi.


Frase del giorno: "Da ragdz"
In stereo: NWA - Fuck The Police

giovedì 26 gennaio 2006

27 Gennaio - Giorno della Memoria








Per non dimanticare


Frase del giorno: "Quando non si riesce a dimenticare, si prova a perdonare" - Primo Levi
In stereo:

mercoledì 25 gennaio 2006

Chiude il Blog di Luttazzi

ROMA - Daniele Luttazzi chiude il suo blog. L'attore-autore satirico, che da ieri è in scena con l'anteprima della sua nuova tournée dal titolo "Come uccidere causando inutili sofferenze", non lo fa per crisi di contatti, anzi. Il suo diario online vanta centomila visite a settimana.

E allora perché?
"La forma blog tende a creare un fenomeno massa più leader - dice con il consueto ritmo travolgente di parole -, tende a dare potere a chi gestisce la vicenda e a condizionare i contenuti e il modo in cui questi vengono ricevuti. E siccome la satira è contro il potere, si uccide la satira dandole potere. Nel momento in cui il blog fa questo, indipendentemente dalla tua volontà, a quel punto è opportuno chiudere il blog. Io dico sempre: la vita preme, quindi è opportuno chiudere e uscire. Se la tv è un narcotico, il blog può essere un ipnotico potentissimo, siamo rinchiusi nelle nostre casette e non facciamo nulla. Conviene spegnere e uscire e incidere nel reale. E' molto meglio".

In queste affermazioni c'è anche una punta di polemica nei confronti di Beppe Grillo e del suo blog?
"E' una cosa che mi chiedono sempre i giornalisti perché cercano gli scontri tra persone ed è una cosa che io non sopporto - sottolinea Luttazzi -. Io me ne sono accorto per me e su di me che il potere del blog diventava una lusinga. E questo non va bene. D'altra parte Beppe intervistato da un sito web sulla mia vicenda ha detto 'magari il suo blog non funziona'. In realtà funziona benissimo. Ma questa è la logica del numero che io ho notato, contro la quale mi batto. Il blog andava benissimo, ci vuole una certa forza per chiudere una cosa del genere. Inoltre il mio podcast è in testa alla classifica dei podcast in Italia, è il più scaricato e quello c'è ancora. Così come ho conservato la chat, attorno alla quale si è creata una piccola comunità. E' proprio la forma del blog con i suoi commenti che creava una situazione un po' strana".


Ma sviluppando questo discorso viene da pensare che se dovesse tornare in tv e il suo programma avesse successo, lei dovrebbe interromperlo.
"No, non è una logica che non si può trasferire. E' il tipo di mezzo a condizionare la cosa. La tv non tende a creare masse più leader, è la radio che riesce a farlo, così come il blog. Se ci fosse stata la televisione alla sua epoca, Hitler non avrebbe avuto speranza. Nel mio caso, poi, farei satira in televisione e si sono visti gli effetti che può avere un programma satirico libero come Satyricon".

Ma allora tutta la polemica su Berlusconi e il controllo della tv?
"Io sono stato il primo nel 2001 a dire, proprio su Repubblica, che non bisognava fermarlo, ma lasciarlo saturare di sé tutto il mezzo ed è quello che lui sta facendo adesso per disperazione - ride -. La gente lo vomiterà alla fine".

Poiché non la leggeremo sul suo blog, ci dà una sua lettura sui fatti di bancopoli?
"Ne parlo col mio monologo che debutta a Bologna il 27 gennaio, in un pezzo tutto dedicato alla questione, Unipol compresa. Io sono stato, credo, il primo comico in Italia a parlare della vicenda alla Festa dell'Unità a Milano il primo settembre. Erano appena uscite alcune delle prime intercettazioni. Dissi che il caso Unipol, la figura di Consorte è emersa dopo, era una vicenda non morale ma gastrica: Unipol voleva papparsi Bnl che è quattro volte più grande. Cioè il topolino voleva mangiarsi l'elefante: 'Ma ci rendiamo conto - dissi - quanto verrà a costarci solo di Alka seltzer? Per non parlare del rutto'. Ecco adesso il rutto è arrivato".

Mi consenta anche un altro salto.
"Ha detto mi consenta. C'è un virus?"

E' nell'aria e ogni tanto coglie qualcuno. Torniamo alla domanda. Prima della vicenda Unipol molti davano vincente alle prossime elezioni il centrosinistra, con conseguente ritorno in tv di Biagi-Luttazzi-Santoro. Ora il suo rientro a che punto è?
"Il mio ritorno in tv non è legato alle vicende del centro sinistra, l'unico aggancio con la Rai all'epoca fu Carlo Freccero (ex direttore di Rai due, n. d. r.) a cui sottoposi le prime dieci puntate di Satyricon e mi disse 'Facciamolo'. Io non ho padrini politici. Mi limito a constatare che alla precisa domanda di Mentana a Petruccioli 'Quando tornerà Luttazzi in televisione?', il presidente della Rai ha risposto: 'Per ora il problema non si pone'. Ecco a me piace pensare che il ritorno del centrosinistra al governo possa portare maggiore libertà in televisione. Col governo Prodi o D'Alema facevo tranquillamente battute molto feroci su di loro come le feci nel 2001 su Rutelli, ed erano molto più dure di quelle su Berlusconi e potevo tranquillamente andare in onda. Nessuno si è mai sognato di dire: questo non mi piace cacciatelo. Quello di Berlusconi in questo momento è puro maccartismo e io voglio uscire dal maccartismo se possibile".

E una battuta anti-maccartismo, per concludere, quale potrebbe essere?
"Come dicevano i Rolling Stones, il tempo è dalla mia parte! Bisogna avere pazienza. "

Fonte: Repubblica.it

Frase del giorno: "E' Amore"
In stereo: Mos Def, Nate Dogg Pharoe Monch - Oh No

lunedì 23 gennaio 2006

Invitation

Normalmente cestino subito questo genere di mail ma questa mi sembra piuttosto seria:

"PER FAVORE FAI CIRCOLARE QUESTO AVVISO TRA I TUOI AMICI E CONTATTI.
Nei prossimi giorni dovete stare attenti a non aprire nessun messaggio chiamato "invitation", indipendentemente da chi lo invia, è un virus che "apre" una torcia olimpica che brucia il disco duro del pc.

Questo virus verrà da una persona che avete nella lista dei contatti, per questo dovete divulgare questa mail, è preferibile ricevere questo messaggio 25 volte che ricevere il virus ed aprirlo.
Se ricevete un messaggio chiamato "invitation" non lo aprite e spegnete immediatamente il pc.

È il peggior virus annunciato dalla CNN classificato da Microsoft come il virus più distruttivo mai esistito.
Questo virus è stato scoperto ieri pomeriggio da MCAfee è non c'è soluzione ancora per questo virus.

Questo virus distrugge semplicemente il Settore Zero del disco duro dove l'informazione vitale è nascosta.

Invia questa mail a chi conosci, copia questa posta e spediscila ai tuoi amici e contatti e ricorda che se lo invii a tutti loro, ci beneficeremo tutti noi."

Non so se tutto ciò è vero e no, in ogni caso tentar non nuoce...


Frase del giorno: "Menestrello"
In stero: DoggPound Gangstaz - Smooth

venerdì 20 gennaio 2006

Citroen Remix

Citroen C4???

Non proprio...! :)

Fonte: Speriamo che io me la cavo


Frase del giorno: "Par cu fè!!!"
In stereo: Tony Touch f. Fat Joe & JuJu - Capicu

giovedì 19 gennaio 2006

Ferrovie dello Strazio

Legge e giudicate voi:

"TRENI soppressi in una quantità mai vista prima, sporcizia dilagante, carenza di informazioni in caso di ritardi e soppressioni, treni stracolmi per le vecchie carrozze che non vengono rimpiazzate da nuove e quindi i treni vengono 'accorciati', porte non funzionanti, vagoni rabberciati alla meno peggio che stanno in piedi per 'abitudine' dopo trent'anni di servizio ininterrotto. Insomma, prendere un treno in Italia è ormai diventato una scommessa". Un lettore di Genova riassume così l'esperienza che, stando alle tante e-mail ricevute da Repubblica.it sulla questione, viene quotidianamente condivisa da tanti pendolari o viaggiatori occasionali. E non da oggi.

Natale 2004. "Esattamente il giorno di Natale del 2004, stavo andando dai miei e il treno per Venezia ci ha mollato a Sommacampagna - racconta una lettrice -, quindi sono arrivata con due ore abbondanti di ritardo. Successivamente non sono più riuscita a fare un viaggio puntuale né su quella tratta, né su quella di Torino, altro viaggio che faccio abitualmente. Non parliamo della Milano-Bologna, dove nell'ultimo anno, su 10 viaggi, sono riuscita a prendere la coincidenza per Ravenna una volta sola, con conseguente viaggio fino a Forlì e taxi da Forlì a Ravenna". E scatta il rimpianto per "i bei tempi del Rapido, che costava un patrimonio, ma ti portava da Milano a Verona in poco più di un'ora".

Testacoda. Ci sono anche viaggiatori a cui capitano episodio a dir poco singolari. "Ieri tornando da Milano a Fano, sull'IC 565 Dorico in partenza alle 19.10 da Milano Centrale. Il tabellone indica il treno per Ancona sul binario 18, arrivo e vedo il locomotore che sta dietro al treno, per di più staccato". Il treno, poi, è partito con 40 minuti di ritardo. Una volta in movimento il capotreno, dagli altoparlanti, 'si scusa del ritardo dovuto 'all'errato posizionamento del locomotore'. Che era in fondo al treno e non in testa!".

Ritardo sistematico. Il signor Gianni Parise di Roma, ha voluto usare Repubblica.it, non solo per raccontare le sue disavventure di pendolare che "quotidianamente prende il treno sulla linea Orte/Fara-Sabina Fiumicino per un paio di fermate da Tuscolana a Trastevere", e lamentarsi del fatto che "nelle ultime settimane succede di tutto: ritardi dai 15 ai 45 minuti, treni soppressi senza preavviso, con conseguente affollamento da terzo mondo", ma anche per cercare di avere una spiegazione: "Che succede? Possibile che un semplice cambio di orario abbia provocato tutto questo? E' la fregola del Natale o devo dare ascolto al mito metropolitano che vuole i treni ridotti così perché a Natale i macchinisti vanno in ferie?".

L'incubo del ritorno a casa. Sempre di ritardo 'puntuale', scrive uno studente dell'università di Bologna che abita Rimini: "Ogni domenica sera mi sposto da Rimini a Bologna con il treno, e fin qui posso dire di non avere tanti problemi". Ma il viaggio di ritorno a casa è tutt'altra cosa: "E' il mio quinto anno di Università, e posso dire di essere sceso a Rimini in orario solo pochissime volte. Emblematico è il regionale delle 19.35 da Bologna: ferma a Rimini (sempre) con almeno 10 minuti di ritardo".

Come i deportati. "Il 1 novembre, ho preso un interregionale verso Milano che sembrava un treno di deportati, stipato fino all'inverosimile", riferisce un lettore che con rassegnazione sottolinea che "è sempre così e nessuno fa nulla. Anzi, nei giorni festivi (come la domenica, classico giorno di rientro), i convogli disponibili sono anche meno. E in più, adesso, costano tutti il doppio perché da interregionali sono diventati intercity".

L'intercity non ferma. Capita anche di andare ogni giorno alla stazione col fiato sospeso: "Tolgono i diretti o gli interregionali per spingere gli intercity, il problema è che qui a Tortona (linea Ge-Mi), gli intercity non fermano... e chi deve lavorare a Milano spera ogni giorno che ci sia il treno per andare al lavoro, che non sia stato soppresso, in ritardo, che si riesca a salire e che le carrozze non siano gelide".

"Abbandonare i vagoni". Cosa fare se dalla capotreno ci viene imposto di abbandonare i posti di prima classe, "perché deve chiudere le carrozze", per andare in seconda? "La capotreno risponde piccata che lei non ci può fare niente - racconta G. B. - quello è il regolamento. Di fronte alle mie rimostranze vengo informato dalla signora che al massimo poteva farmi successivamente una dichiarazione. O ci muoviamo o il treno non riparte. Esodo in seconda. Posti pieni. A fatica io trovo posto da una parte, mia moglie da un'altra. Ovviamente della capotreno non ho avuto poi più notizie".

Guasti a sporcizia. Damiano Tessarin si dice " preso dalla disperazione più cupa", a causa "dell'odissea che quotidianamente deve compiere una persona che lavora a Milano e Vive a Vigevano o ad Abbiategrasso". Una situazione che si può riassumere in 3 punti: "1) La 'nostra' linea è soggetta a quattro o cinque guasti alla settimana del materiale rotabile. 2) La pulizia dei vagoni è pressoche inesistente. 3) Nelle ore di punta dalle 6.30 alle 8.30 si viaggia in condizioni di sovraffollamento".

Abbonato per rincorrere il treno. E cosa si fa se bisogna prendere una coincidenza e il treno su cui si viaggia fa ritardo? Semplice si corre. "Possiedo da due anni un abbonamento sulla linea Pianoro-Bologna-Ferrara, con partenza la mattina alle 7.10 e ritorno intorno alle 18 - scrive Sergio Minni -. Il mio problema è semplice: al ritorno il treno per Ferrara arriva alla stazione di Bologna all'estremo opposto rispetto al treno per Prato e ho a mia disposizione solo 6 minuti (sempre che il treno arrivi in orario) per compiere un'impresa atletica che farebbe invidia ad un centometrista anche se, ahimé, a quarant'anni non ho più lo scatto di una volta e il treno successivo parte alle 20.40, dopo un'ora e mezza".

Ritardi da Freddo? "Lunedi 19 dicembre stazione di Firenze S. M. Novella ho comprato il giorno prima un biglietto di 2° classe Firenze-Napoli 42,35 euro - esordisce Rita Covello -. Partenza prevista alle 10:53, arrivo in stazione e scopro con disappunto che il mio treno ha 25 minuti di ritardo, guardo il tabellone e mi accorgo che quasi tutti i treni hanno ritardi consistenti, addirittura il precedente Eurostar per Napoli ha 2 ore e 20 di ritardo. Nella sala d'attesa il servizio informazioni mi spiega che ci sono problemi tecnici sulle linee causati anche dal maltempo. E' strano, sia domenica che oggi il tempo è splendido". Alla fine la lettrice riuscirà ad arrivare a Napoli con 45 minuti di ritardo e una domanda: "Come fanno in paesi come Austria, Svizzera, Germania, Francia dove fa molto più freddo di qui a far circolare tranquillamente i treni anche d'inverno?".

Rimborso? No, grazie. In molti chiedono 'soddisfazione' di ritardi e disservizi facendo richiesta di rimborso. Poca cosa per chi, come Luigi Fraumeni, si è ritrovato a fare il viaggio Bologna-Villa San Giovanni, con 4 ore e 20 minuti in più rispetto al previsto. "Con me, sul treno, c'erano intere famiglie ed anziani, bambini e nonne che voi nemmeno immaginate come hanno patito il viaggio", racconta il lettore che aggiunge: "Trenitalia rimborsa il 50% del biglietto se si fa il reclamo. Io mi domando: ma per noi che ci siamo massacrati viaggiando su treni sporchi, stretti, per 14 ore e mezza, avere indietro la metà dei 60 euro del biglietto è veramente quel che ci serve?".

La fame e la sete. Capita anche di prendere un Eurostar Torino-Roma, sicuri di avere a disposizione il servizio bar-ristorante e di ritrovarsi con una "voce felpata" che dall'altoparlante annuncia che "per ragioni non chiarite, ogni servizio (ristorante, eventuale carrello con acqua, bibite panini) veniva sospeso". Un disagio a cui poi si aggiunge l'aria condizionata che "funzionava al peggio".

Storie di ordinario ritardo. "Il treno doveva partire da Campiglia Marittima alle 7.47 e come sempre è arrivato con circa un'ora di ritardo - racconta il signor Lancioni - L'altoparlante della stazione come sempre diceva che il ritardo era dovuto a problemi tecnici. Arriviamo a Roma con 3 ore di ritardo. Perse tutte le coincidenze per Lecce aspettiamo 4 ore per un treno adeguato. Solito reclamo e solita risposta degli addetti: 'Ci scusi non possiamo farci niente'".
"

Tengo a precisare che queste sono solo alcune delle simpatiche storielle realmente accadute alle migliaia di pendolari che ogni giorno usufruiscono del "servizio" FS.
Episodi tristi che si sommano agli estremamente gravi e vergognosi incidenti come la recente tragedia di Frosinone o lo schianto di Crevalcore ma anche le imbarazzanti infestazioni di cimici e zecche o gli incontri ravvicinati con gli scorpioni.

Per non parlare poi delle gaffe tra FS e Città di Matera. Davvero senza parole!!!


Frase del giorno: "Jim Carrey farebbe meno ridere"
In stereo: Dilated Peoples - Work The Angles

lunedì 16 gennaio 2006

Storie di ordinaria follia

Venerdì sera mia sorella torna a casa, si siede a tavola e cominciamo a cenare.

Io: Allora com'è andata a Bologna?

Lei: Bene a parte il fatto che mi hanno rapinata. Ho perso 25 Euro.

Io: Come rapinata?

Lei: Si. Un ragazzino dal volto sfigurato si è avvicinato al mio ragazzo e l'ha incitato a dargli i soldi. In mano teneva un oggetto simile ad un coltello serramanico. Per fortuna era chiuso ma il ragazzo (avrà avuto 16-17 anni) non era molto raccomandabile. Ci siamo fermati lui ci ha incitato ancora. Il mio ragazzo gli ha datto 40 Euro. Io gli ho detto che non eravamo di Bologna e che dovevamo tornare a casa e i soldi ci sarebbero serviti. Allora lui ci dice che andava bene anche la metà di quello che avevo. Avevo 75 Euro e gliene ho dati 25.

Mia madre:
Come 25???? Ma non potevi dargliene di meno??????????

Io:
Caxxo mamma ringrazia che è tornata a casa sana e salva. A quest'ora poteva essere già all'atromondo (non la discoteca).

Mia madre:
E poi che avete fatto?

Lei:
Niente, abbiamo guardato dove andava ma si è dileguato in poco tempo. Eravamo alla Montagnola.

Mai madre:
E non c'era nessuno intorno a voi?

Lei:
Si 2 freakkettoni e 1 maghrebino...Allorchè siamo andati in stazione per chiamare i carabinieri e mentre stavamo telefonando lo abbiamo rivisto vicino ad una fermata dell'autobus. Il mio ragazzo gli si è avvicinato e gli ha detto: "Dai ridammi i soldi che ci servono". Il tizio si è girato senza dire una parola ed è scappato. Dopo abbiamo chiamato i carabinieri. Quando sono arrivati gli abbiamo detto tutto e ci hanno esortato ad esporre denuncia ai fini della cattura del ragazzo.

Io:
Brava hai fatto la cosa giusta.

Mia madre:
Però potevi dargli meno soldi.


Frase del giorno: "Ciò che non uccide rende più forti"
In stereo: DoggPuond - New York New York

sabato 14 gennaio 2006

Fight Nestlé

Giusto per rimanere in tema Kill a Multi pesco questo post tratto dall'ormai, purtroppo, defunto controinformazione.blogspot.

"Nestlé batte cassa in Etiopia esigendo 6 milioni di dollari come risarcimento dal paese più affamato del mondo.

Per Nestlé è «una questione di principio» La Nestlé che è il più grande produttore di cibo mondiale, un gigante del settore agro-alimentare,con stabilimenti in più di 80 paesi ed un giro d'affari di miliardi emiliardi di dollari, rivendica nei confronti del governo dell'Etiopia,poverissima ed in preda ad una grave carestia (forse più grave della terribile fame degli anni `80), un risarcimento pari a 6 milioni di dollari.La causa è stata la nazionalizzazione di un'azienda avvenuta nel 1975 dopo un colpo di stato militare avvenuto in quel paese.

Un solo anno di vendite realizzate da Nestlé è pari a 8 volte ilProdotto interno lordo della misera Etiopia...

ECCO QUINDI LA PROPOSTA: PER UN PO' DI TEMPO, CI AUGURIAMO IL PIU' POSSIBILE, SOSPENDIAMO L'ACQUISTO DEI PRODOTTI DI QUESTA MULTINAZIONALE ED IN PARTICOLARE I PRODOTTI SIMBOLO DELLA NESTLE': NESCAFE' & NESQUIK (interessanti gli effetti del boicottaggio a fondo pagina e il dossier informativo curato dal RIBN (Rete Italiana Boicottaggio Nestlé).

ecco i marchi più conosciuti:

BEVANDE: Nescafé, Nesquik, Nestea,Orzoro, Malto Kneipp
ACQUA MINERALE: Perrier, vittel, Acqua Vera, San Bernardo, S.Pellegrino, Panna, Levissima, Pejo, Recoaro S. Antonio, Claudia
DOLCI: Smarties, Kit Kat, Galak, Lion, After Eight, Quality Street,Toffee, Polo, Rowntree, Motta, Alemagna, Crunch
SOFT DRINKS: One-O-One, Chinò, Aranciata S. Pellegrino, Acqua Brillante Recoaro, Beltè, Gingerino Recoaro, Nestè, Sanbitter
CIOCCOLATO: Perugina (Cacao, Le Ore Liete, Baci Perugina) , Nestlé
BISCOTTI E SIMILI: Dorè, Cheerios
SALUMI: Vismara, King's
OLIO: Sasso
CONSERVE: Berni
FORMAGGI: Locatelli, Hirz, Fiorello, Fruttolo, Formaggino Mio
PASTA: Buitoni, Pezzullo, Curtiriso, Bella Napoli
DADI PER BRODO: Maggi
SURGELATI: Findus, Surgela, Mare Fresco, La Valle degli Orti
GELATI: Motta, Alemagna, Antica Gelateria del Corso, McDonald's McFlurry
PASTA PER DOLCI: Leisi
MAYONESE: Thomy
CIBI PER ANIMALI: Friskies, Buffet
COSMETICI: L'Oreal, Lancome
VARIE: Diger Seltz"
PS: La lista è la fusione delle marche citate dal blog controinformazione.blogspot e dal sito TMCrew.org!


Frase del giorno: "Ti senti insoddisfatto? Pensa se perdessi tutto quello che possiedi ora e poi lo riavessi di nuovo: non ne saresti felice?" Maria Fontaine
In stereo: Gangstarr - The meaning of the name

venerdì 13 gennaio 2006

AIDS


Chi vorrebbe essere al loro posto (uomo e donna) si faccia avanti prego! Dai tu la in fondo, vieni avanti e non essere timido che non ti mordono mica! Coraggio tu che ami il rischio e il "kinky sex". Forza tu che ti ostini a non prendere precauzioni vieni qui...

Nessuno si muove. Tutto tace.

PS: Ho perso il link della foto ma tengo a dire che l'ho trovata in un flog spagnolo di cui ho perso le tracce.


Frase del giorno: "Ai tempi le cassette erano le uniche alternative ai vinili"
In stereo Beastie Boys - Intergalactic

martedì 10 gennaio 2006

Carovita

Tratto da msn.it

"L'inizio di un nuovo anno porta con sé l'inevitabile bilancio di quello appena terminato: dal punto di vista economico certamente il 2005 non sarà ricordato dalle famiglie italiane come un anno d'oro. Federconsumatori denuncia come il dato sull'inflazione pubblicato dall'Istat, 2%, sia decisamente inferiore a quello reale, che questa associazione stima essere stato almeno il doppio.

Il calcolo è stato compiuto su voci che rientrano nel bilancio di ogni cittadino: ciascun nucleo familiare, nell'anno appena concluso, avrebbe subito un incremento di spesa di 31 Euro per la luce, 106 Euro per il gas, 14 Euro per l'acqua, 45 Euro per le banche, 32 Euro per l'assicurazione auto, 290 Euro per i carburanti. A questo, sempre secondo Federconsumatori, si deve aggiungere l'incidenza dell'aumento dei costi energetici sui prezzi di beni di largo consumo: 190 Euro per il trasporto e 205 Euro per l'aumento dei costi di produzione. Questa stima è peraltro ancora parziale perché mancano all'elenco molte voci fondamentali, tra le quali spiccano la spesa sanitaria, quella alimentare, gli affitti.

In conseguenza di tutto questo, il potere d'acquisto delle famiglie si è ridotto di circa un terzo rispetto agli ultimi anni e i consumi sono drasticamente diminuiti. La Codacons, a questo proposito, ha pubblicato un'altra indagine sul Natale appena trascorso, secondo la quale il calo in Italia sarebbe stato pari al 15% rispetto allo scorso anno ed in particolare sarebbero diminuiti gli acquisti di regali, mentre il mercato alimentare avrebbe comunque tenuto; il Sud avrebbe registrato una diminuzione dei consumi più alta rispetto al Nord: Palermo -18%, Catania -20%, Napoli -15%, Milano -8%, Torino -10%.

Le categorie maggiormente danneggiate risulterebbero quelle dell'abbigliamento, della profumeria, della ristorazione, dei viaggi, mentre, oltre al settore alimentare, avrebbe tenuto bene anche il mercato dei giocattoli. Il quadro non è certo positivo, anzi piuttosto preoccupante. Purtroppo il 2006 non pare iniziare in modo molto diverso, sempre secondo Intesaconsumatori: si profilano una serie di rincari, destinati a pesare sul bilancio delle famiglie; iniziamo dagli annunciati rincari di gas e luce, dei quali si è già parlato ampiamente e stimati, su base annua, nell'ordine di +48 Euro per la luce, +145 Euro per il gas; aumenti consistenti si annunciano nel settore dei trasporti pubblici con un +42 Euro per le tariffe ferroviarie, +21% Euro per quelle del trasporto locale ed un rincaro di 30 Euro per quelle
autostradali. Altre sgradite sorprese giungeranno dalle spese bancarie con un +50 Euro, dalla sempre presente benzina (+165 Euro), dalla nettezza urbana (+18 Euro) e da molti altri settori essenziali per ogni cittadino.

Le premesse non sono certo buone e, se realmente le cose andranno in questo modo, i consumi si ridurranno inevitabilmente anche quest'anno e l'economia ne risentirà. Rimedi: purtroppo nessuno, solo la speranza che il quadro prospettato dalle associazioni dei consumatori risulti più duro di quella che effettivamente sarà la realtà di questo 2006 appena iniziato.
"

L'Argentina è vicina. Buon 2006 a tutti!


Frase del giorno: "Mi fai venire i brividi bidibidi!"
In stereo: Luniz - Highets niggaz in tha industry

sabato 7 gennaio 2006

Attivismo

Girando per la rete sono incappato in questo sito parecchio impegnato.
Oltre ai vari e validi Macchianera, Peacereporter, Indicius, Inventati ho aggiunto alla lista TMCrew, un gruppo di attivisti anticapitalisti e filoestremisti che si impegnano concretamente a sostenenre qualsiasi campagna contro l'abuso di potere mediatico e non.

L'iniziativa mi sembra molto buona e già dall'homepage si capisce benissimo lo spirito ideologico del gruppo. La mia attenzione è stata attirata dalla sezione Kill a Multi ed Ecozone che a mio parere sono la punta di diamante del sito.

Kill a Multi si occupa prevalentemente di combattere mediaticamente le principali multinazionali del mondo attraverso lo strumento ormai più diffuso: Internet. Interessante poi è l'esistenza di controstrategie da parte delle multinazionali in risposta a questa lotta mediatica (si riportano gli esempi di Shell e McDonald's).

Ecozone invece si interessa di intervenire ed informare sugli avvenimenti e sulle iniziative che sostengono la natura e sulle campagne di protesta e di lotta contro chi ne abusa.

Ottime le notizie su entrambi i fronti e buone le recensioni. Ottimi anche i numerosi link che permettono di verificare le fonti e le citazioni. Peccato per la troppa esplicita tendenza all'estremismo (anche se in molti casi non hanno tutti i torti).

Nel complesso un'incoraggiante realtà frutto di un pensiero ispirato alla sociologia e alla libertà di informazione, cose davvero rare per questi tempi.



Frase del giorno: "Pigneeetoooò!"
In stereo: JT f. Timbaland - Oh No

giovedì 5 gennaio 2006

Happymais By ECOTOYS


Il natale consumista mi ha lasciato poco e niente al contrario del Natale.

Facendo (poche) compere però sono entrato in un negozio dove ho conosciuto una nuova realtà. Si tratta di una nuova tipologia di gioco, con la Nobile qualità di essere certificato dai titoli "Giocattolo Sicuro", "Commercio Etico" e non OGM.

Parlo di Happymais, un gioco ecologico a base di Mater-Bi, un nuovo materiale a base di amido di mais, completamente biodegradabile. I colori utilizzati sono colori alimentari, quindi innocui.

Happymais è un giocattolo etico perchè per ogni confezione venduta Ecotoys fa una donazione all'associazione Fondo per la Terra Onlus allo scopo di proteggere per sempre vaste aree di foresta. A seconda della dimensione della confezione vengono protetti da 10 a 250 metri quadrati di foreste.

Mi rincuora sapere che ci sono persone pensanti anche (o meglio ancora) a queste cose. In un sistema sempre più globale e sempre meno sicuro, queste certezze sollevano, non poco, le speranze di salvare almeno un piccolo spazio di Mondo.


Frase del giorno: "Sei un lavoratore!"
In stereo: 50 Cent f. Mobb Deep - Outta Control

mercoledì 4 gennaio 2006

La Verità

Il 1 Gennaio 2006 mi sono recato a messa e Padre Marzio, nella sua omelia, ha introdotto il concetto di Verità. "Vivere nella Verità porta alla Felicità. Anche se inizialmente ci sembra di fare del male o di subirlo, nel lungo periodo saremo più forti e felici".

La verità fa male e spesso distrugge rapporti fondati sulla credenza dell'esistenza di questo termine. Ho cercato in rete il significato di "verità" per farmi un'idea di ciò che può essere scritto su questa parola così affascinante e fonte di studio di filosofi, sociologi, scienziati, religiosi.

Esistono svariate Teorie sulla verità, tutte impostate sul confronto e sull'equazione verificabile (se x=x allora x non è y). Invitabilmente si parla di Relativismo, dottrina assai diffusa e spesso confusa come disciplina autentica di Verità.

Onestamente penso che l'uomo, in quanto tale, sia schiavo, dell'impostare un "discorso relativo", cioè che abbia valenza relativa, in quanto (l'uomo) dotato di soggettività e di intersoggettività oggettiva. In pratica dire che "Tutto è Relativo" è Vero umanamente parlando, ma non è vero religiosamente parlando, poiché la Chiesa non accetta il relativismo culturale.

La Verità la conosce solo Dio. Dio è la Verità.

Applicando il discorso antropologico, o meglio ontologico, al concetto di verità è facile insinuare che tutto ciò che noi apprendiamo dai libri di storia e non solo, potrebbe essere Tutto (o quasi) Non Vero!
Gli attacchi dell'11/9 2001 sono l'esempio ecclatante. Leggendo gli ultimi libri di storia, nulla viene detto sui complotti tra Bush e Bin Laden, sulle conoscenze anticipate degli attacchi alle Torri Gemelle, sulle loro demolizione controllata, sulle menzogne dell'attacco al Pentagono e sulle palesi prove che dimostrano il contrario di ciò che ci hanno fatto vedere e credere.

Basta questo esempio per capire quante altre cose potrebbero essere state scritte, apprese e spacciate per vere, mentre forse non lo sono.

Chi mi assicura l'avvenuta scoperta delle americhe o la scoperta lunare? La sconfitta di Napoleone a Waterloo? Hiroshima, Cernobyl? La Guerra del Golfo o dei Balcani? Le Guerre Civili? I disastri climatici? Per non parlare delle mondezze politiche italiane ed estere...

Come sarebbe oggi il Mondo se si sapesse davvero la Verità?

Invito a riflettere...


Frase del giorno: "La verità ti fa male lo so!"
In stereo: Houdini - Friends